Essendo la Lituania una ex repubblica sovietica si tende, ad Ovest, ad identificarla con la Russia e la cultura slava. Basta uno sguardo alla carta geografica per verificare quanto e' tuttora grande la Russia e per notare che l' ex URSS si estendeva su mezzo mondo, attraverso popolazioni, culture, religioni diversissime. Erroneo quindi semplificare cosi': tra un estone e un kazako ce ne passa.
Oggi in Lituania i Russi sono circa il 6% della popolazione: ho avuto modo di incontrarne alcuni e cogliere cosi' le differenze con la popolazione locale. Sebbene le due culture si siano in parte fuse negli ultimi 50 anni di dominazione russa, rimane evidente la differenza anche ad un occhio occidentale (che per inciso da queste parti conviene sempre far ballare).
In primis la lingua: non c'e' nessuna parentela tra i due ceppi, nettamente distinti tra di loro. Culturalmente sintetizzerei cosi: la cultura russa e' estrema, cioe' caratterizzata da picchi divini e miserie d' abisso, mentre quella lituana e' essenzialmente mediana, fatta di tranquillita' e calma, ma senza grandeur (in questo simili ai vicini scandinavi, direi).
Quanta bellezza e quanti danni, per via della grandeur... Yin e Yang.
Esteriormente, gli uomini appaiono simili. Le donne no. Direi che una lituana si veste pressapoco come un' italiana (ma con un po' meno timore). La donna russa invece e' spumeggiante: predilige i colori oro e rosso, tacchi a spillo e preziosi sgargiantissimi. Non proprio un esempio di equilibrio, tant'e' che qui a Vilnius una donna russa la si riconosce lontano un miglio (ed e' spesso meglio girare alla larga - l' amico pittore Linas mi mise subito in guardia: "occhio alle russe..").
Anche a Londra i Russi non godono di buona fama: molti magnati si sono trasferiti li con grande sfarzo negli ultimi anni, e non hanno certo spiccato per bon ton: hanno invece acquisito immediatamente la fama di volgari parvenu.
Di recente, pero', leggo sul Guardian:
http://lifeandhealth.guardian.co.uk/fashion/story/0,,2237837,00.html
In breve, si dice che l' "elite" russa si e' infine accorta delle ironie rivolte al proprio cattivo gusto, ed e' corsa ai ripari. Adesso brillanti stiliste moscovite propongono garbata eleganza ed equilibrati accostamenti di colore. Gangster e consorti si sono immediatamente adeguati al nuovo corso, passando dunque a sofisticate sfumature di grigio e tonalita' pastello.
Sono dunque adesso diventate personcine a modo e rispettabili? Sembra proprio di no. Sono semplicemente piu' bellini e camuffati.
Siamo alle prese col solito pattern: la ricerca di un immagine piu' sofisticata. In Italia il fenomeno e' molto piu' avanzato e sottile (ricchi camuffati da poveri, poveri camuffati da ricchi e mille altre noiosissime varianti), mentre nell' Est siamo agli albori di tutto cio' e dunque il fenomeno e' semplicissimo da identificare nella sua naivete'.
Morale della favola: basta con questa ricerca ossessiva della sofisticazione del look, seppur "intelligente". Sono stato recentemente in Italia ed ho notato che si continua imperterriti nel monotono giochino della moda, seppur all' insegna di garbo ed equilibrio. Girando per le strade ho notato uno standard di eleganza notevolissimo, impensabile in qualunque altro Paese. Ora, fa piacere vedere un popolo elegante, su questo non c'e dubbio. Ma resta un esercizio piuttosto sterile, che ha inoltre uno spiacevole effetto collaterale: molta energia creativa di noi italiani (che ne abbiamo da vendere) viene spesso sperperata unicamente in questo campo tutto sommato secondario e banale. Bello sarebbe vedere tutta questa creativita' prendere anche altre direzioni.
Vorrei fare un passo ulteriore, a partire dall' esempio di cui sopra, per spiegare quella che secondo me e' una delle funzioni principali a cui sta adempiendo il capitalismo contemporaneo.
E' indubbio che questi milionari russi un piccolo progresso l' abbiano compiuto: anche la ricerca estetica, sebbene cosa superficiale, ha una sua importanza e valore sociale. Il fatto che inizino a limitare l' ostentazione grossolana e' pure segno di un piccolissimo miglioramento anche nell' animo; hanno compiuto un piccolo passo di civilta' grazie alle enormi possibilita' economiche che si ritrovano, dando pure un esempio simbolico alla massa in questo senso: siamo usciti dalla caverna, abbiamo iniziato a raffinarci. Lo stesso mi sembra accadere alla societa' in generale: il libero mercato, oggi piu' sfrenato che mai, da' la possibilita' a tutti (anche senza i milioni dei magnati russi) di attingere a un vastissimo numero di prodotti superficiali e inutili (cibo, vestiario, certa tecnologia, ecc) , o di materiale culturalmente deprimente (tv, stampa, musica, ecc.) o, nel caso piu' estremo, di beni esteriori fini a se' stessi (come appunto certi beni di lusso dei gangster russi - che sebbene a molti possano sembrare cose auspicabili, sono invece spesso zavorre per l' anima, e dunque per la vita). Putroppo questa scarsa qualita' (relativa) e' proprio quello che moltissime anime semplici vanno cercando: lasciamo che si dissetino con tale sciaquo di lavandino. E' una sete che deriva da secoli di miseria e privazioni, oppure di divieti culturali e religiosi, e adesso, di fronte alla raggiunta liberta', si comincia da un livello proprio terra terra: questo e' cio' che bramano la masse, lasciamo che ci si ingozzino.
Tutta questa spazzatura, confezionata peraltro a meraviglia, suscita preoccupazioni: pare una ritorno alla barbarie. La maggioranza della popolazione oggi si nutre addirittura di essa, fino all' indigestione, ma anche fino a verificarne in prima persona la nocivita'. Le indigestioni fanno male e uno se le ricorda: gli ignari consumatori imparano cosi a migliorarsi di volta in volta (certo, continuando a spendere - quantomeno nei primi stadi di questo processo). Un tempo si insegnavano valori e qualita' in luoghi deputati a cio', come la scuola. Oggi si lascia che tutti assistano al disastro: in questo modo la desolante realta' di quello che vogliono gli uomini e' sotto gli occhi di tutti. Ma e' proprio da qui che si puo ' anche iniziare a risalire la china.
Questo processo e' iniziato da poco, si stanno per adesso ancora saziando le necessita' piu' grossolane e il gioco al ribasso e' ancora in atto. Ma non perdiamoci d' animo: toccato il fondo, si risalira'. Infatti l' animo dei consumatori restera' insoddisfatto, questo e' il punto. E chiedera' altro. Infatti l' anima umana, soddisfatti gli istinti piu' fisici e materiali, cerca poi altre forme di appagamento, di tipo intellettuale e spirituale. Cosi' i consumatori cominceranno a ricercare prodotti e servizi di maggior qualita'. Piano piano i prodotti piu' beceri cominceranno a trovare meno consensi, si iniziera' a ricercare una maggiore qualita', per finire a (ri)dare centralita' a valori culturali/spirituali/immateriali - questa volta non piu' imposti dall' alto, ma ricercati volontariamente. Cio' non toglie che il mercato da solo non puo' guidare gli uomini verso una evoluzione costruttiva; dunque educazione e formazione dovranno sempre trovare un posto centrale e di primaria importanza all' interno del suddetto sistema.
Nell' esempio della moda sopra visto, ci troviamo in un campo gia' evoluto (il gioco al ribasso e' finito da un pezzo), quantomeno in Italia. Il cattivo gusto piu' bieco dei decenni passati sta gia' lasciando campo ad un eleganza di massa senza precedenti. I piu' evoluti sfoggiano un look "non look" neutrale o classico. Siamo a buon punto. Di questo passo, i piu' si ritroveranno ad essere vestiti adeguatamente e a volgere l 'attenzione altrove: verso aspirazioni piu' elevate.
A me personalmente e' accaduto proprio qualcosa di simile a quanto descritto: sono sempre meno attratto da beni inutili/insipidi/vuoti (anche se sono ancora parzialmente dentro al meccanismo del "fai i soldi - ottieni il riconoscimento sociale" - oggi questo continua ad essere l' imperativo categorico e trovo difficilissimo il riuscire a non esserne influenzati): tenuto conto che sono nato ricco, e che i ricchi anticipano certi trend sociali, voglio credere che in futuro il meccanismo si espandera' anche a strati sociali piu' ampi, di pari passo con la loro crescita economica (se ci sara', ma questo e' un argomento a se' da trattare in un altro post). Ovviamente, questo e' un discorso sociologico: individualmente, qualche illuminato cresce rapidamente anche senza bisogno di tutto questo processo: belle persone.
TERZA PARTE
Chiudo specificando di non essere comunista; vivendo in Lituania ho avuto modo di capire bene come sono andate le cose in URSS (sara' il tema di un futuro post) e credo proprio che un capitalismo (welfare) sia il minore dei mali: speriamo che si evolva in fretta!
..Nell' attesa suggerisco di stazionare in Scandinavia, che' li si sta gia' benone.
In chiusura cadrebbe a pennello "Sharing" di Bugge Wesseltoft, che suona cosi':
4 commenti:
secondo me il buon Schumpter ha preso una bella cantonata:proprio il processo della globalizzazzione comporterà una estremizzazione assurda del capitalismo più sfrenato che distruggerà quella middle class che aveva portato in auge quei valori di lavoro e intelligentia.sarà quindi sempre più una società terzomondista,perchè,come spesso accade,in una classe mista(il mondo)i bambini piu nullafacenti ritardano l'apprendimento dei piu dotati(le potenze economiche),i quali,non potendo progredire nello studio per aspettare gli altri useranno la loro astuzia per rubare le caramelle(il capitale).
questa parabola che ho appena inventato(e di cui vado fiero)sintetizza la mia visione del mondo che sarà:una pesante oligarchia globale,con una massa sempre più indistinta e schiava,completamente lobotomizzata dai new media,e alla cui base non starà nemmeno più una nazione o una idea di governo ma dei singoli che,proprio grazie alla globalizzazione,avranno sempre meno bisogno di una bandiera sulla quale appoggiarsi,tranne ovviamente quella del denaro.
forse Schumpter intendeva questa nuova forma di massificazione come nuovo socialismo(dovrei leggere le sue teorie che non conosco)..potremmo definirlo socialismo dei media..a me pare piu da medioevo
El Tano
con sommo rammarico devo ammettere che la previsione di schumpeter (che amo assai), gia' molto lontana nel tempo di per se', e' davvero stata compromessa e comunque rimandata alla grande da questa globalizzazione e conseguente "new oligarchy". di sicuro l' italia si sta brasilianizzando alla grande (pochi si stanno mettendo in tasca gran parte del bottino, al resto neanche le briciole), ed il trend e' generale. ma in altri paesi la middle class continua serenamente. dove? solito nord europa. il capitalismo nasce protestante, l' hanno inventato loro e lo vivono naturalmente. piu' a sud stiamo faticosamente cercando di adottare in toto questo modello, ma la cultura latina e' ben diversa.
no, schumpeter non pensava al discorso dei media, ma proprio ad una societa' piu' intelligente in cui mediamente tutti stanno tranquilli economicamente e dunque la cosa piu' rara e ambita diventa l' intelligenza. bei sogni, visto che pare che le gente non sia mai sazia di beni materiali. eppure anche secondo me alla lunga.. (anzi alla lunghissima)...
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