
10 maggio, 2010
MOVE D, IL MAESTRO
Anche in tema di amore moderno, mi pare che il signor Move D esplori il concetto con notevole competenza e capacita' di approfondimento.
Ma come fa?
24 aprile, 2010
RIE, MERAVIGLIA DELLE MERAVIGLIE

Rie Rasmussen, gran bel personaggio (from Denmark, tat per cambia').
Qui un bell' articolo del New York Observer.
Tra le chicche:
She snorts when people describe her as a Victoria’s Secret model. “The only time I worked for Victoria’s Secret was because I, like everybody else, wanted to fuck a supermodel. And I did! And that was enough, for that one specific reason.”

Born in Denmark, Ms. Rasmussen grew up rather unusually, in what she calls a family commune. Her parents each were married multiple times, and between them all, she grew up with eight siblings, under one single roof. “Kids are the religion in my family,” she shrugged.
“In Scandinavia, there is no difference between men and women. That’s how I grew up. My mom can take a car engine apart, rewire a lamp, or solve any mathematical fucking solution. She’s punk rock!”
12 marzo, 2009
UN NUOVO CAPITALISMO
Trattandosi di FT e di un articolista che e' pure Lord inglese, verrebbe da pensare che il signore in questione stia cercando di salvare il salvabile, visti i tempi che corrono. Ma a me pare di scorgere della sincerita' in queste tesi: come al solito vengono citati ad esempio i Paesi scandinavi, e si inneggia ad un sistema in cui "le altre persone sono dalla tua parte".
Anche Obama sembra essere d' accordo.
27 dicembre, 2008
01 novembre, 2008
LAGOM

Gli americani dicono: "The more, the better", "Di piu', e' meglio". Professano quindi l' anti-lagom.
Roba da XX secolo. Ma il XXImo sta sfuggendo di mano agli Yankees. Peccato, perche' c'e' anche della bella energia che viene dagli States.
Che Obama riesca a ritrovare il giusto equilibrio? Lo spero.
27 agosto, 2008
DANIMARCA MON AMOUR
http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/esteri/berlino-autismo/berlino-autismo/berlino-autismo.html?ref=hpspr1
Il signor Sonne impiega nella sua azienda 37 autistici, i quali svolgono mansioni delicate e di estrema precisione, e vengono pagati fino a 3500 euro al mese. L' azienda non riceve tra l' altro nessun sussidio statale, ed opera comunque con successo, in attivo.
In Italia, invece, siamo ancora ai tempi della schiavitu' ed annessi. Ecco una bella testimonianza del giornalista Paolo Berizzi (frequentammo lo stesso liceo e ne ho proprio un bel ricordo perche' era uno dei pochi che portava un po' di sole in quel luogo di tenebre):
Bella differenza coi 37 autistici, nevvero? Ho conosciuto e frequentato danesi per un certo periodo, e posso confermare: sono davvero gente serena. Certo se si confonde la felicita' con una scomposta chiassosita' (alla mediterranea), allora non ci intendiamo. Qui la classifica sulla felicita', con l' Italia al solito fanalino di coda:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/04_Aprile/17/poli_felicita_tortora.shtml
17 agosto, 2008
LUCE SERALE DEL NORD
04 agosto, 2008
EST E OVEST

Come lo capisco. Anch' io, quando torno nell' Occidente piu' evoluto, ho la stessa sensazione. Comunque l' Ovest ha anche i suoi bei vantaggi e dovendo scegliere preferisco di gran lunga l' ossessione protestante allo zuccheroso perbenismo cattolico.
24 giugno, 2008
MUOVERSI IN LIBERTA'
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Grazie al mio fido Nokia, ora forte di 2 freschi Giga di memoria, ecco qualche video.
Per le vie del centro e' facile imbattersi in un segway:
I rollerblade sono pure assai diffusi:
Riscio' d' ultima generazione per turisti oziosi:
Nella notte, curiose biciclette:
Altre mongolfiere sopra le vie della citta' (l' allarme e' scattato, ma il vecchio Passattone sempre li fedele..):
E per finire, ecco cosa e' atterrato sul campo in cui stavo facendo jogging: un dirigibile!
Se torno in Italia, sara' possibile percepire la stessa sensazione e pulsione di liberta', o il popolo e' oppresso dalla superficialita' dilagante e ormai rassegnato? E se si, perche' mai?
22 giugno, 2008
LA MAGICA NOTTE DI JONINES
Ancora piu' su... Passando attraverso una fessura nel muro in via di ristrutturazione e con un minimo di arrampicata, eccoci in una torretta sopra al tetto! La vista attraverso le piccole fessure/finestre medioevali e' veramente fiabesca. Per questa occasione soltanto: evviva la turre eburnea!
Tappa successiva all' Accademia d' Arte poco distante. Ancora un po' di magia in questa installazione all' ingresso dell' Accademia.
Nell' aula magna film d' animazione lituani assai notturni ed onirici..
E nel cortile musica trance per le tribu' metropolitane.
Anche le aule sono aperte ai visitatori tutta la notte. Non si finisce mai d' imparare.
Tra i vari lavori, mi ha incuriosito questo (nella foto sotto), per via della mio recente interessamento ai temi dell' Artificial Intelligence, nanotecnologie molecolari e singolarita' tecnologica. Anche gli artisti "sentono" che l' homo sapiens si sta evolvendo in qualcosa di nuovo ed ancora sconosciuto.
Ed ecco l' artista, che si dice entusiasta all' idea di diventare un cyborg.
La lunga notte e' finita sulle note nu-jazz di un Dj giapponese che ha suonato al Cafe' de Paris (in stile molto Dimitri from Paris), mentre in Vokeciu Gatve continuava il brulichio di gente che portava il suo tributo all' appena sopraggiunta Estate. Che bella festa per tutti, piu' di cosi' non si poteva davvero chiedere.
14 giugno, 2008
La Costituzione della Repubblica della Felicità, Uzupis, Vilnius
Testo della Costituzione di Uzupis (quartiere degli artisti di Vilnius):
1. Tutti hanno diritto di vivere vicino al fiume Vilnia e il fiume ha diritto di scorrere
2. Tutti hanno il diritto all'acqua calda, al riscaldamento d'inverno e a un tetto
3. Tutti hanno il diritto di morire ma non è un obbligo
4. Tutti hanno il diritto di fare errori
5. Tutti hanno il diritto di essere unici
6. Tutti hanno il diritto di amare
7. Tutti hanno il diritto di non essere amati
8. Tutti hanno il diritto di essere mediocri e sconosciuti
9. Tutti hanno il diritto di oziare
10. Tutti hanno diritto di amare un gatto e prendersi cura di lui
11. Tutti hanno il diritto di badare al cane fino a quando uno dei due muore
12. Il cane ha diritto di essere un cane
13. Il gatto non è obbligato ad amare il suo padrone, ma deve essere di aiuto nei momenti di necessità
14. A volte si ha il diritto di essere inconsapevoli dei propri doveri
15. Tutti hanno il diritto di avere dei dubbi, ma non è obbligatorio
16. Tutti hanno il diritto di essere felici
17. Tutti hanno il diritto di essere infelici
18. Tutti hanno il diritto di stare in silenzio 19. Tutti hanno il diritto di avere fede
20. Nessuno ha il diritto di usare violenza
21. Tutti hanno il diritto di apprezzare la propria scarsa importanza
22. Nessuno ha il diritto di avere un progetto per l'eternità
23. Tutti hanno il diritto di comprendere
24. Tutti hanno il diritto di non capire
25. Tutti hanno il diritto di appartenere a qualunque nazionalità
26. Tutti hanno il diritto di celebrare o non celebrare il proprio compleanno
27. Tutti devono ricordare il proprio nome
28. Tutti hanno il diritto di dividere ciò che posseggono
29. Nessuno può dividere ciò che non possiede
30. Tutti hanno il diritto di avere fratelli, sorelle e parenti
31. Tutti possono essere indipendenti
32. Tutti sono responsabili della propria libertà
33. Tutti devono poter piangere
34. Tutti hanno il diritto di essere fraintesi
35. Nessuno ha il diritto di dichiarare colpevole il prossimo
36. Tutti hanno il diritto all'individualità
37. Tutti hanno il diritto di non avere diritti
38. Tutti hanno il diritto di non avere paura
39. Non deludere
40. Non combattere
41. Non cedere
Riflessione analitica sul testo: un percorso attraverso la Costituzione di Uzupio.
Leggendo con attenzione la Costituzione vengono alla luce alcuni elementi che sarebbe bene spiegare. Raggruppando gli articoli a seconda delle tematiche è possibile chiarirne il senso.
Alcuni articoli opportunamente affiancati nel testo potrebbero sembrare contradditori ad una prima lettura ma…
6. Tutti hanno il diritto di amare
7. Tutti hanno il diritto di non essere amati
Se io ho il diritto di amare ma allo stesso tempo di non essere amato da qualcuno posso arrivare a pensare che l’amore è dare non pretendere: amare non significa nemmeno possedere qualcuno. Può anche non essere corrisposto e amore rimane. Non bisogna esigere niente in cambio, è un sentimento puramente altruistico. D’altra parte, non esistendo il “dovere” di amare, di conseguenza nessuno ha il diritto ad essere amato.
16. Tutti hanno il diritto di essere felici
17. Tutti hanno il diritto di essere infelici
Si dice: la Repubblica della felicità di Uzupio ma… la felicità non sembra davvero essere un principio che sta alla base della Costituzione. Dipende esclusivamente dall’individuo. Non sarà la comunità a procurarla. Sei tu il protagonista della tua vita e a te spetta procurarti la felicità oppure, in accordo con la tua volontà, rimanere infelice. Se questo è quello che vuoi, non essere amato, non essere felice, fai pure. E’ la tua vita.
Proseguendo vediamo:
19. Tutti hanno il diritto di avere fede
Attenzione! Non viene specificato in “chi” o in “cosa”. Non si riferisce necessariamente alla fede in un Dio. Infatti, poco più sotto:
22. Nessuno ha il diritto di avere un progetto per l'eternità
Una possibile interpretazione di questo articolo potrebbe essere la seguente: “la vita è adesso” e va vissuta fino in fondo, l’eternità non è qualcosa verso la quale orientare le nostre scelte. Dobbiamo concentrarci sul nostro presente, non affidarci ad un futuro remoto che non possiamo conoscere. Forse ci è permesso soltanto avere progetti a breve, medio e lungo termine ma non all’infinito, perché l’esistenza è qualcosa di concreto che appartiene ad un tempo finito. Viviamola al meglio fino in fondo.
Poco più sotto, un articolo illuminante:
28. Tutti hanno il diritto di dividere ciò che posseggono
Condividere non è un dovere, bensì un diritto. Non siamo obbligati a spartire con gli altri i nostri beni, come potrebbero essere i frutti del nostro lavoro. Qui siamo lontani, e non a caso, dal modello socialista che ha contraddistinto la Lituania e l’URSS per quasi un secolo. Nella comunità di Uzupio l’individuo è importante, non si sacrifica per la comunità in toto ma viene valorizzato. Che sia importante lo notiamo in svariati punti:
5. Tutti hanno il diritto di essere unici
26. Tutti hanno il diritto di celebrare o non celebrare il proprio compleanno
27. Tutti devono ricordare il proprio nome
31. Tutti possono essere indipendenti
36. Tutti hanno il diritto all'individualità
La comunità non annulla la libertà degli individui, la garantisce. Non si sostituisce al singolo, lo amplifica. Non è un’entità superiore che si impone ma è costruita dal basso, fatta dai cittadini. Questo naturalmente non vuol dire disimpegno. Al contrario si promuove la serietà del proprio comportamento, l’assunzione di responsabilità:
32. Tutti sono responsabili della propria libertà
39. Non deludere
Non solo:
30. Tutti hanno il diritto di avere fratelli, sorelle e parenti
Avere una famiglia è un diritto. Fare figli è una necessità non una libera scelta! Si favorisce così il popolamento della comunità attraverso la famiglia, cellula sociale fondamentale per l’esistenza stessa della comunità.
Nella Costituzione si riscontra anche una profonda umanità: la tolleranza verso le imperfezioni e le debolezze che caratterizzano l’essere umano, l’accettazione della difficoltà di convivere nel rispetto gli uni degli altri, tutti coinvolti in un medesimo contratto sociale. Si vedano a proposito gli articoli:
4. Tutti hanno il diritto di fare errori
33. Tutti devono poter piangere
e in particolare, nell’ambito della comunicazione:
24. Tutti hanno il diritto di non capire
(incomprensione passiva, quando si è destinatari di un messaggio)
34. Tutti hanno il diritto di essere fraintesi
(incomprensione attiva, quando si è emissari di un messaggio)
Allo stesso tempo viene riconosciuto più volte il diritto al “quieto vivere”, ad una vita tranquilla, senza il turbamento alimentato dalle ambizioni, dalla competizione tra i componenti di una società per l’affermazione personale ottenibile con ogni mezzo, per il successo perseguito ad ogni costo, per l’infusione di tutte le proprie energie nella carriera:
8. Tutti hanno il diritto di essere mediocri e sconosciuti 9. Tutti hanno il diritto di oziare
21. Tutti hanno il diritto di apprezzare la propria scarsa importanza
18. Tutti hanno il diritto di stare in silenzio
Finora si è parlato solo di diritti. E i doveri dove sono? Gli unici che troviamo sono alla fine, quasi messi lì per apporre un sigillo del testo.:
39. Non deludere
40. Non combattere
41. Non cedere
Il secondo, “non combattere”, data l’impostazione dell’intera costituzione, sembra da interpretare in senso strettamente militare o comunque legato ad un’azione di forza, anche perché:
20. Nessuno ha il diritto di usare violenza
Non sembra invece che non combattere significhi arrendersi alle eventualità, dato che il terzo “non cedere” può essere inteso si come lotta passiva, resistenza, ma presuppone un impegno attivo nel difendersi dalla causa del proprio cedimento, per affrontare con vigore l’ostacolo che dobbiamo superare, per non lasciarci sopraffare dal problema che dobbiamo risolvere.
Ci sono poi alcuni articoli che più di altri sottolineano il tono di tutto il testo. Ad esempio:
29. Nessuno può dividere ciò che non possiede
E’ un ovvietà ma non priva di ironia, soprattutto in relazione all’articolo 28. Si veda anche:
3. Tutti hanno il diritto di morire ma non è un obbligo
Per concludere non si può non citare il seguente articolo:
37. Tutti hanno il diritto di non avere diritti
Suona come la consacrazione stessa del diritto, la sua massima espressione. Siamo così liberi da poter rinunciare ai diritti e sottostare a che cosa, soltanto ai doveri?
01 giugno, 2008
PASSEGGIANDO PER VILNIUS
Consueto giretto domenicale per le vie del centro ed ecco un po' di materiale. Nel bar degli artisti sotto casa (e' il bar del Centro d' Arte Contemporanea) si ritrovano anche incalliti giocatori di scacchi.
Poco piu' in la', sul sagrato della chiesa di Santa Caterina, vedo un assembramento di giovini..
Gia', molleggiano su grooves hip-hop. Kool!
A cento metri da li', eccomi al Moketoju Namai, ritrovo serale e location di eventi vari. No, nessun Dj electro nel pomeriggio, ma una bellissima rappresentazione di danze folkloristiche lituane.

Cliccare la foto per ingrandirla. Personaggi del genere al giorno d' oggi si vedono ormai solo in film tipo Signore degli Anelli. Da notare le due contadine alla viola e violino: le donne da queste parti hanno iniziato ad emanciparsi ben prima del '68. Normalissimo qui vederle alla guida di bus, a fare lavori da imbianchino o la guardia giurata (questo e' un altro tema caro allo zio Cece, su cui comunque oggi sorvolero' volendo fare un post leggiadro, proprio come l' atmosfera primaverile che aleggia per le vie della citta').
Bella differenza tra generazioni diverse.. in ogni caso, sembrano belli carichi. A volte ho l' impressione che qui in Lituania tutti ballino o cantino!
13 maggio, 2008
MADOS INFEKCIJA

Oggi vediamo ancora lapalissianamente le conseguenze di questa impostazione cattolico-latina sui luoghi di lavoro, nelle baronali Universita' italiche, nella sanita', nei bamboccioni che "dipendono" dalle mamme, e cosi via... Posso citare la mia esperienza lavorativa e formativa in Inghilterra, dove appunto trovai rapporti gerarchici totalmente diversi da quelli dell' esperienza italiana. La realta' lituana e' frastagliata: e' stato l' ultimo stato europeo cristianizzato (XV sec.), con una certa influenza protestante iniziale (il primo libro qui stampato fu un catechismo protestante), una forte tradizione di antiche ritualita' pagane, ma con una affermazione finale della religione cattolica.
02 maggio, 2008
IL CASO DELLE DICHIARAZIONI DEI REDDITI ONLINE
In linea di principio, in questo mondo di mascherine, finzioni e atteggiamenti, a me piace moltissimo la trasparenza: in ogni aspetto della vita, dall' amore fino alle tasse. Nel caso in esame, occorre pero' poi anche considerare le conseguenze sociali di tale pubblicita', soprattutto pensando all' uso che ne possono fare i malintenzionati.
Si e' parlato di Finlandia, dove con un semplice sms si puo' conoscere quanto ha dichiarato il vicino. Da li nasce poi la delazione: come e' che il proprietario del bar di successo o della farmacia sotto casa denunciano quanto un metalmeccanico? E si telefona alle forze dell' ordine. Mi pare un sistema encomiabile: e infatti in Finlandia c'e' un livello di evasione bassissimo. L' evasione e' li' percepita come un grave crimine ai danni dei consociati (cosa che infatti e'), ed il sistema la punisce duramente. Pure le multe sono proporzionali al reddito: recentemente un rampollo di famiglia milionaria ha pagato 170.000 euro di multa per eccesso di velocita'! Mica male, il ragazzino avra' imparato a non premere sull' acceleratore, cosa che tra l' altro potrebbe anche salvargli la vita, oltre che salvare vite altrui: entrambe cose assai utili sia al ricco che al povero.
Putropppo il tasso di criminalita' e la mentalita' italiana sono su livelli ben diversi rispetto alla Finlandia, e occorre dunque ragionare (turandosi il naso) diversamente. Sembra proprio che in un Paese di criminali (a partire dall' imminente Presidente del Consiglio, figuriamoci scendendo di categoria) occorra tenere celati certi dati, per salvaguardare il quieto vivere. Del resto la stessa cosa accade in Germania, Regno Unito, Stati Uniti: viviamo ancora in un mondo assai imperfetto.
Occorre prenderne atto, e da li' procedere poi passo a passo per migliorarlo, consci del fatto che non si possono fare passi piu' lunghi della gamba e che le cose richiedono i loro tempi. In quest' ottica, mi sembra di poter dire che forse le cose stanno lentamente migliorando in questo mondo in subbuglio. Occorre dunque combattere le forze che premono per farci fare passi indietro o comunque a favore della staticita'.
10 aprile, 2008
L' AURGASM DI JULIJA
http://aurgasm.us/
Recensioni (e free download legale) di svariati generi musicali, accomunati dal filo conduttore della qualita'. Ottimo punto di partenza per ampliare i propri orizzonti musicali.
Ho conosciuto Julija alla proiezione di "Heima", splendido film sulla band islandese dei Sigur Ros. Julija e' l' ex compagna di banco della mia morosa, oltre che sua compagna di corso all' Accademia d' Arte. E Julija scrive su Aurgasm, l' americanissimo sito di cui sopra.
Ma com'e' che una lituana scrive (dietro compenso, insieme a tre soli altri recensori) di nujazz, musica klezmer, electro-pop ed indie-folk su un sito di Boston? Eh gia', la globalizzazione ed Internet, roba da matti. In breve, Julija era una lettrice del blog ed ha postato alcuni commenti (stimolanti, deduco): da li' e' scattata l' assunzione. Bell' esempio di spirito di iniziativa e concretezza lituani.
ps: il film sui Sigur Ros e' un meraviglioso viaggio tra i suoni elegiaci della band, sensibilita' nordica ed il bucolico paesaggio islandese. Lo consiglio vivamente, con l' unico appunto che forse un paio di pezzi "tirati" in piu' ci sarebbero potuti stare, a discapito dell' introspezione; avrei preferito un maggior equilibrio tra il crogiolarsi nella seppur calda intimita' ed una certa dose di pulsante energia: nel finale comunque sopraggiunge l' attesa esplosione. Nel film qualcuno dice: "Qui in Islanda c'e' sempre molto spazio". Sia fisico che mentale, direi: e' quanto avevo gia' sostenuto su queste pagine riguardo alla Lituania. E anche qui band piu' o meno famose suonano spesso in bar, pub e piccoli palchi per pochi ascoltatori rispettosi ed educati. Beato Nord.
19 marzo, 2008
PICCOLO E' BELLO

Posso dunque confermare in prima persona: in pochi ci si organizza meglio. Non c'e dubbio che in questi Paesi c'e piu' ordine su tutti i fronti. Cio' accade per ovvi motivi "logistici" (una casa piccola si rassetta piu' velocemente), ma a mio modo di vedere dipende enormemente anche dall' aspetto culturale. Le popolazioni suddette sono culturalmente molto omogenee al loro interno. Queste genti hanno davvero in comune un passato uniforme. Dunque oggi ci sono si' una destra e una sinistra, ma la distanza tra i due poli non e' cosi marcata, e cosi' le decisioni in parlamento e altrove vengono prese con maggiore velocita' e senza infinite diatribe e lungaggini. I valori di fondo in cui credono sono simili, cosi come la vision sul futuro del proprio Paese. L' attaccamento alla bandiera nazionale e' pure forte, poiche' appunto i cittadini si riconoscono in quella bandiera, per la quale sono disposti a fare sacrifici: non solo nel privato dunque (lavora, lavora per metter fieno in cascina), ma appunto nel pubblico (diamoci da fare, il Paese ne trarra' beneficio, dunque anch'io personalmente). I Lituani sono fierissimi della propria storia, che e' davvero la storia delle loro famiglie, dei loro antenati, la possono quasi toccare con mano nel proprio albero genealogico. Ed hanno un fortissimo desiderio di riscatto nazionale: "la Lituania", sostengono entusiasti e speranzosi, "deve tornare a vivere e pulsare con forza".
Gli scandinavi, che passano per (e sono) tranquilloni pacifisti, hanno pero' nei secoli passati deciso bene di dividersi in 4 Stati, ognuno dei quali appunto popolato da pochi milioni di persone. Perche' noi abitanti della penisola, con storie e passati diversissimi, dobbiamo stare forzatamente uniti quando tale unita' e' stata creata artificialmente nemmeno 150 anni fa? I confini di Inghilterra e Francia sono tali da moltissimi secoli, loro hanno in effetti una storia comune. Ma noi dobbiamo andare a ripescare l' impero romano per trovare della affinita': quasi 2000 anni sono passati! 2000.. E la lingua in comune? In Irlanda si parla l' inglese. In Belgio il francese (e il vallone..). In Svizzera tre lingue. In Austria il tedesco. Senza contare che in diverse discipline sportive il Regno Unito si presenta ai campionati del mondo con quattro nazionali ben distinte (Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda del Nord): le differenze storico-culturali sono fortemente sentite e ufficialmente protette. Perche' dunque un solo Stato di lingua italiana, nonostante i trascorsi diversissimi?
Il mio non vuol essere un chiuso ed egoista indipendentismo "padano". Penso di essere sempre stato uno dei piu' ferventi sostenitori della UE e della cooperazione pacifica internazionale. Il mio discorso non e' egoistico, ma vale per un sano sviluppo di ciascuna macroregione della penisola (idealmente ne vedrei tre o quattro: nord, centro-nord/centro-sud e sud), non solo della mia. Sono convinto che nel lungo periodo a tutti gioverebbe un' autonomia: in Toscana ed Emilia hanno una forte tradizione rossa? Benissimo, lasciati a se' stessi avranno una coerenza di lungo periodo che giovera' loro. Al Sud non saprei che dire: anche li forse una volta tagliati i viveri provenienti da Nord si darebbero internamente una smossa. Oppure le mafie dominerebbero ancor piu': anche quello e' un sistema con una coerenza interna, e se alla maggioranza della popolazione locale sta bene cosi'...; cosa che dubito fortemente - credo i tempi siano cambiati e si verificherebbe forse una reazione importante. Beh, ok, lo ammetto: la questione Sud e' un bel casino!

Per via dei miei interessi artistici e grazie ad alcune conoscenze ho avuto modo di conoscere piuttosto bene alcuni cantanti, artisti, musicisti, e personalita' di spicco della Lituania. Mi ha colpito l' atteggiamento semplice e coi piedi per terra di questi personaggi: certo non saranno del calibro di certe star internazionali (ma alcuni sono comunque di livello tecnico altissimo), ma facendo le debite proporzioni questi non se la tirano neanche la meta' della meta' della meta' di alcuni dei loro colleghi stranieri. Ne' la gente li considera inarrivabili o intoccabili, ma anzi li approccia spesso con un affetto quasi familiare. Proprio come accade con le stelle del basket, sport nazionale in cui i Lituani eccellono: quando i giocatori ritornano in patria dopo gare internazionali, vengono accolti al piccolo aeroporto con semplice e gioiosa festa, senza esasperazioni, isterismi o montature. Insomma in ambienti piccoli non si generano sciocche mitizzazioni (che sono appunto balle ed artifici mediatici), e cio' aiuta a mantenere uno sguardo equilibrato sulle cose della vita.
Basta pensare all' America per vedere quello che, al contrario, accade nei Paesi di grandi dimensioni: i loro rappresentati piu' noti, spesso anche quelli validi, vengono volenti o nolenti trasformati dal sistema in mostruose caricature. Pur se popolosi, politicamente gli Stati Uniti sono invece compatti, essendo un giovane popolo di immigrati, ma cio' rappresenta un' eccezione a quanto visto sopra. Ma in generale va detto che gli USA sono sempre stati campioni nella ricerca del grandioso e superficiale, dello smodato ed eccessivo. Di cio' hanno fatto un paradigma su cui basare la spinta al proprio sistema di consumi: comprati il rimmel che usa Angelina Jolie, e parteciperai anche tu un po' al brivido del successo! Ma osservando la loro societa' non viene da invidiarli (sebbene alcuni aspetti del loro entusiasmo siano davvero encomiabili): loro stessi se ne stanno rendendo conto ed oggi negli States e' tornata di moda la cara vecchia (piccola) Europa.
Vivere in un Paese piccolo in definitiva aiuta dunque i suoi cittadini a mantenere una dimensione a misura d' uomo. Cio' e' buona cosa, poiche' come dicevano i filosofi presocratici: "nulla di troppo". E chi trasgrediva questa massima veniva indicato come sicura vittima dell' ira degli Dei: meglio lasciarli in pace, gli Dei dell' Olimpo, perche' se si infuriano son dolori.
08 marzo, 2008
11 EURO

Sembra quasi una discoteca: ampi divani di velluto rosso, musica rigorosamente ed esclusivamente deep/jazz house , design minimal ma dai colori caldi. Locale particolarmente apprezzato dalle donzelle, tant'e' che a volte viene il dubbio che l' ingresso sia vietato ai masculi.
Ecco il mio pasto: piattone (tipicamente abbondante) di lasagne, davvero apprezzabile, un filo sopra ad una lasagna media italiana; carpaccio onestissimo e condito al punto giusto; due panini (non c'e' il coperto da questo parti), bottiglia di minerale, caffe' macchiato (un affidabile Lavazza, tal quale a come lo si beve in Italia).
Il locale e' piuttosto grande, su due piani, e come di consueto i tavoli sono molto distanziati fra loro, dando un senso di agio e relax: altro che razionalizzazione degli spazi. Il concetto di "affollato" da queste parti viene utilizzato per indicare assembramenti di persone nell' ordine di qualche dozzina: cio' vale per il ristorante, il cinema, i concerti, i locali.. Dovunque vai, ci sono sempre spazi aperti e in sostanza resse qui non se ne vedono mai, fatto salvo il giorno dell' Indipendenza nazionale. Se un locale tende a riempirsi viene subito dato come "tutto esaurito", anche se poi in realta' all' interno non c'e' vera ressa.
Come spesso accade, anche a Pizza Jazz ci sono stanze "nascoste", di solito prenotate per feste ed eventi privati. La "stanza segreta" piu' clamorosa che mi e' capitata fu al Forum Palace, una grande discoteca all' interno di un centro sportivo. Fui invitato ad un party da conoscenti "in", coi quali, una volta dentro il locale, fummo fatti entrare in una porticina nella penombra e da li' su per una buia scaletta che ci fece accedere ad una ampia sala tutta velluto e champagne, ad almeno tre piani piu' in alto. Da li, una grande vetrata fume' offriva una vista esaustiva sul sottostante pubblico danzante. Roba un po' KGB e un po' 007 (comunque di dubbio gusto, giocattolini insulsi per nuovi ricchi).
A Pizza Jazz questi spazi sono di solito prenotati, ma l' altra sera ho trovato casualmente libera la zona prive' all' interno dell' ampio bovindo (ve ne e' una seconda totalmente separata dal resto del locale). L' accesso a quest' area e' consentito esclusivamente a piedi scalzi, poiche' un singolo voluminoso divano circonda l' unico tavolo per tutto il suo perimetro e dunque occorre letteralmente scavalcarlo per sedervisi. E cosi', chiusi gli altissimi e scenografici tendaggi dietro di me, ho avuto modo di godermi questa sorprendente cena romantica con la mia morosa, mentre di tanto in tanto la cameriera faceva capolino tra le tende.
Ecco cosa si riesce ancora a fare a Vilnius con 11 euro, nonostante il neonato problema dell' inflazione che nel 2007 ha raggiunto il 9,5%. Ovviamente scegliendo locali meno d' elite si spende tranquillamente la meta' e, fuori dalla capitale, ancora meno. Peraltro non tutti i prodotti e servizi sono cosi' a buon mercato: gli affitti, per esempio, sono sui livelli dell' Italia centrale, cosi come il prezzo degli immobili del centro.
Spiegavo alla mia morosa che, se fossimo a Milano, per avere un trattamento del genere dovrei chiamarmi Giorgio Armani e moltiplicare per trenta il conto finale. E comunque ci sarebbero facce impostate, gente stressata che schiamazza, sguardi tristi con labbra rifatte, sulle note magari di un pezzo di Ramazzotti.
28 gennaio, 2008
RUSSI E LITUANI, CREATIVITA', ABBUFFATE E BUGGE WESSELTOFT

Essendo la Lituania una ex repubblica sovietica si tende, ad Ovest, ad identificarla con la Russia e la cultura slava. Basta uno sguardo alla carta geografica per verificare quanto e' tuttora grande la Russia e per notare che l' ex URSS si estendeva su mezzo mondo, attraverso popolazioni, culture, religioni diversissime. Erroneo quindi semplificare cosi': tra un estone e un kazako ce ne passa.
Oggi in Lituania i Russi sono circa il 6% della popolazione: ho avuto modo di incontrarne alcuni e cogliere cosi' le differenze con la popolazione locale. Sebbene le due culture si siano in parte fuse negli ultimi 50 anni di dominazione russa, rimane evidente la differenza anche ad un occhio occidentale (che per inciso da queste parti conviene sempre far ballare).
In primis la lingua: non c'e' nessuna parentela tra i due ceppi, nettamente distinti tra di loro. Culturalmente sintetizzerei cosi: la cultura russa e' estrema, cioe' caratterizzata da picchi divini e miserie d' abisso, mentre quella lituana e' essenzialmente mediana, fatta di tranquillita' e calma, ma senza grandeur (in questo simili ai vicini scandinavi, direi).
Quanta bellezza e quanti danni, per via della grandeur... Yin e Yang.
Esteriormente, gli uomini appaiono simili. Le donne no. Direi che una lituana si veste pressapoco come un' italiana (ma con un po' meno timore). La donna russa invece e' spumeggiante: predilige i colori oro e rosso, tacchi a spillo e preziosi sgargiantissimi. Non proprio un esempio di equilibrio, tant'e' che qui a Vilnius una donna russa la si riconosce lontano un miglio (ed e' spesso meglio girare alla larga - l' amico pittore Linas mi mise subito in guardia: "occhio alle russe..").
Anche a Londra i Russi non godono di buona fama: molti magnati si sono trasferiti li con grande sfarzo negli ultimi anni, e non hanno certo spiccato per bon ton: hanno invece acquisito immediatamente la fama di volgari parvenu.
Di recente, pero', leggo sul Guardian:
http://lifeandhealth.guardian.co.uk/fashion/story/0,,2237837,00.html
In breve, si dice che l' "elite" russa si e' infine accorta delle ironie rivolte al proprio cattivo gusto, ed e' corsa ai ripari. Adesso brillanti stiliste moscovite propongono garbata eleganza ed equilibrati accostamenti di colore. Gangster e consorti si sono immediatamente adeguati al nuovo corso, passando dunque a sofisticate sfumature di grigio e tonalita' pastello.
Sono dunque adesso diventate personcine a modo e rispettabili? Sembra proprio di no. Sono semplicemente piu' bellini e camuffati.
Siamo alle prese col solito pattern: la ricerca di un immagine piu' sofisticata. In Italia il fenomeno e' molto piu' avanzato e sottile (ricchi camuffati da poveri, poveri camuffati da ricchi e mille altre noiosissime varianti), mentre nell' Est siamo agli albori di tutto cio' e dunque il fenomeno e' semplicissimo da identificare nella sua naivete'.
Morale della favola: basta con questa ricerca ossessiva della sofisticazione del look, seppur "intelligente". Sono stato recentemente in Italia ed ho notato che si continua imperterriti nel monotono giochino della moda, seppur all' insegna di garbo ed equilibrio. Girando per le strade ho notato uno standard di eleganza notevolissimo, impensabile in qualunque altro Paese. Ora, fa piacere vedere un popolo elegante, su questo non c'e dubbio. Ma resta un esercizio piuttosto sterile, che ha inoltre uno spiacevole effetto collaterale: molta energia creativa di noi italiani (che ne abbiamo da vendere) viene spesso sperperata unicamente in questo campo tutto sommato secondario e banale. Bello sarebbe vedere tutta questa creativita' prendere anche altre direzioni.
Vorrei fare un passo ulteriore, a partire dall' esempio di cui sopra, per spiegare quella che secondo me e' una delle funzioni principali a cui sta adempiendo il capitalismo contemporaneo.
E' indubbio che questi milionari russi un piccolo progresso l' abbiano compiuto: anche la ricerca estetica, sebbene cosa superficiale, ha una sua importanza e valore sociale. Il fatto che inizino a limitare l' ostentazione grossolana e' pure segno di un piccolissimo miglioramento anche nell' animo; hanno compiuto un piccolo passo di civilta' grazie alle enormi possibilita' economiche che si ritrovano, dando pure un esempio simbolico alla massa in questo senso: siamo usciti dalla caverna, abbiamo iniziato a raffinarci. Lo stesso mi sembra accadere alla societa' in generale: il libero mercato, oggi piu' sfrenato che mai, da' la possibilita' a tutti (anche senza i milioni dei magnati russi) di attingere a un vastissimo numero di prodotti superficiali e inutili (cibo, vestiario, certa tecnologia, ecc) , o di materiale culturalmente deprimente (tv, stampa, musica, ecc.) o, nel caso piu' estremo, di beni esteriori fini a se' stessi (come appunto certi beni di lusso dei gangster russi - che sebbene a molti possano sembrare cose auspicabili, sono invece spesso zavorre per l' anima, e dunque per la vita). Putroppo questa scarsa qualita' (relativa) e' proprio quello che moltissime anime semplici vanno cercando: lasciamo che si dissetino con tale sciaquo di lavandino. E' una sete che deriva da secoli di miseria e privazioni, oppure di divieti culturali e religiosi, e adesso, di fronte alla raggiunta liberta', si comincia da un livello proprio terra terra: questo e' cio' che bramano la masse, lasciamo che ci si ingozzino.
Tutta questa spazzatura, confezionata peraltro a meraviglia, suscita preoccupazioni: pare una ritorno alla barbarie. La maggioranza della popolazione oggi si nutre addirittura di essa, fino all' indigestione, ma anche fino a verificarne in prima persona la nocivita'. Le indigestioni fanno male e uno se le ricorda: gli ignari consumatori imparano cosi a migliorarsi di volta in volta (certo, continuando a spendere - quantomeno nei primi stadi di questo processo). Un tempo si insegnavano valori e qualita' in luoghi deputati a cio', come la scuola. Oggi si lascia che tutti assistano al disastro: in questo modo la desolante realta' di quello che vogliono gli uomini e' sotto gli occhi di tutti. Ma e' proprio da qui che si puo ' anche iniziare a risalire la china.
Questo processo e' iniziato da poco, si stanno per adesso ancora saziando le necessita' piu' grossolane e il gioco al ribasso e' ancora in atto. Ma non perdiamoci d' animo: toccato il fondo, si risalira'. Infatti l' animo dei consumatori restera' insoddisfatto, questo e' il punto. E chiedera' altro. Infatti l' anima umana, soddisfatti gli istinti piu' fisici e materiali, cerca poi altre forme di appagamento, di tipo intellettuale e spirituale. Cosi' i consumatori cominceranno a ricercare prodotti e servizi di maggior qualita'. Piano piano i prodotti piu' beceri cominceranno a trovare meno consensi, si iniziera' a ricercare una maggiore qualita', per finire a (ri)dare centralita' a valori culturali/spirituali/immateriali - questa volta non piu' imposti dall' alto, ma ricercati volontariamente. Cio' non toglie che il mercato da solo non puo' guidare gli uomini verso una evoluzione costruttiva; dunque educazione e formazione dovranno sempre trovare un posto centrale e di primaria importanza all' interno del suddetto sistema.
Nell' esempio della moda sopra visto, ci troviamo in un campo gia' evoluto (il gioco al ribasso e' finito da un pezzo), quantomeno in Italia. Il cattivo gusto piu' bieco dei decenni passati sta gia' lasciando campo ad un eleganza di massa senza precedenti. I piu' evoluti sfoggiano un look "non look" neutrale o classico. Siamo a buon punto. Di questo passo, i piu' si ritroveranno ad essere vestiti adeguatamente e a volgere l 'attenzione altrove: verso aspirazioni piu' elevate.
A me personalmente e' accaduto proprio qualcosa di simile a quanto descritto: sono sempre meno attratto da beni inutili/insipidi/vuoti (anche se sono ancora parzialmente dentro al meccanismo del "fai i soldi - ottieni il riconoscimento sociale" - oggi questo continua ad essere l' imperativo categorico e trovo difficilissimo il riuscire a non esserne influenzati): tenuto conto che sono nato ricco, e che i ricchi anticipano certi trend sociali, voglio credere che in futuro il meccanismo si espandera' anche a strati sociali piu' ampi, di pari passo con la loro crescita economica (se ci sara', ma questo e' un argomento a se' da trattare in un altro post). Ovviamente, questo e' un discorso sociologico: individualmente, qualche illuminato cresce rapidamente anche senza bisogno di tutto questo processo: belle persone.
TERZA PARTE

Chiudo specificando di non essere comunista; vivendo in Lituania ho avuto modo di capire bene come sono andate le cose in URSS (sara' il tema di un futuro post) e credo proprio che un capitalismo (welfare) sia il minore dei mali: speriamo che si evolva in fretta!
..Nell' attesa suggerisco di stazionare in Scandinavia, che' li si sta gia' benone.
In chiusura cadrebbe a pennello "Sharing" di Bugge Wesseltoft, che suona cosi':
PERCHE' MI PIACE VILNIUS
PRIMA PARTE - DIFETTI
Cominciamo dai difetti. L' inverno e' buissimo e il cielo e' perennemente coperto da nuvole basse, molto basse. Si fa la conoscenza di infinite tonalita' di grigio, e di quelle soltanto. Una giornata senza nuvole e' manna dal cielo, ne capitano una o due al mese. Il freddo e' intenso, ma si puo' affrontare con vestiario adeguato, media intorno ai -5 gradi, con punte intorno ai -20; come dicono i Lituani "non esistono cattive giornate, esistono cattivi vestiti". Il vestiario giusto e' dunque: calzamaglie da sci, giacconi molto spessi e imbottiti o pellicce (no, non i graziosi piumini che si usano in italia), scarpe massicce (occorre roba solida, con carrarmato molto spesso, essendoci sempre molto ghiaccio insidioso dappertutto, quindi niente scarpette graziose dalla linea leggiadra) e ovviamente guanti/sciarpa/cappello. In pratica comunque e' come vivere in una localita' sciistica alpina, non al polo nord! Ma il buio, quello e' molto triste e non da' mai tregua. A Gennaio e Febbraio molti prendono le ferie e se ne vanno giustamente al caldo, Turchia ed Egitto le mete preferite. La situazione descritta dura comunque 3 mesi circa, poi via via si comincia a ragionare.
Ovviamente l' umore della gente rispecchia pienamente il clima: d' inverno sono tutti mezzi depressi, amano crogiolarsi in quei barettini con quelle lucine piccole piccole, e trovare qualcuno che sdrammatizzi un po' e' assai complicato. Ma, dico io, non si potrebbe illuminare alla grande almeno all' interno dei locali? Per di piu' qui col nucleare non hanno grossi problemi in questo senso (centrale nucleare sovietica ancora in uso, della stessa generazione di quella di Cernobyl...). Quei quattro gatti che tengono alti gli spiriti sono piccoli eroi. Nonostante cio', funziona poco anche l' ostentata (finta) brillantezza di certi italiani in gita, la cui nota messa in scena viene ormai smascherata ancor prima di cominciare. In genere, ogni forma di ostentazione viene sanzionata (bella cosa). Insomma, e' gente sottile dotata di un' intelligenza silenziosa, e per far breccia occorre davvero portare semplice ed onesta allegria: merce rara.
Anche negli splendidi mesi estivi, il Lituano e' comunque sempre schivo e molto poco aperto. C'e' un fortissimo, eccessivo senso di difesa della propria individualita' (forse anche come reazione alle condivisioni imposte dal socialismo soviet) che porta i Lituani ad essere asociali e solitari. Bello di primo acchito, per un italiano stanco di pacche sulle spalle e sorrisi berlusconiani, pero' alla fine l'uomo e' un animale sociale e credo sia meglio un po' di attrito sociale piuttosto che l' isolamento solitario. Direi che, restando in Europa, Italia e Lituania rappresentano due estremi opposti in questo senso: una giusta via di mezzo forse la trovai in Inghilterra.SECONDA PARTE - PREGI
Premessa: quanto ho da dire si riferisce a Vilnius, in particolare al centro citta'. Il resto della Lituania e' una storia diversa.
La cosa che preferisco qui e' lo spirito dei giovani. Nonostante i difetti di cui sopra, e' comunque evidente che i giovani lituani credono in un futuro migliore. Hanno poche possibilita', ma le fanno fruttare; con quel poco che hanno, riescono a tirar fuori idee e situazioni interessanti, un po' come in Italia negli anni '60. Peter, il poeta norvegese che frequentava il bar degli artisti che ho sotto casa, diceva che Vilnius e' una Parigi di inizio XXI secolo. Reputo questo un giudizio esagerato (cosi come la quantita' di alcoolici che Peter tracannava ad ogni ora), pero' e' indubbia la forte energia creativa e la decisa spinta di cambiamento che aleggia da queste parti.
Dal punto di vista occupazionale, ecco cosa e' accaduto: dopo la fine dell' economia pianificata, buona parte della vecchia guardia si e' trovata spaesata di fronte al nuovo corso ed e' rimasta tagliata fuori. I trentenni di quindici anni fa si sono cosi trovati di fronte ad un intero paese da ricostruire, una realta' da rifondare completamente da zero. Intere praterie da cavalcare in lungo e in largo, altro che nicchie di mercato. Oggi in aziende grandi e piccole e' "cool" avere dipendenti giovani e dinamici, e' proprio una questione di immagine. Buona parte delle vecchie generazioni infatti ha ancora un approccio soviet al lavoro: cercano di imboscarsi alla prima opportunita', vanno a bere, e tornano mezzi ubriachi. Personalmente ho avuto a che fare con le realta' piu' svariate e non ricordo di aver trattato con gente sopra i quarant' anni. Sono dunque spesso i giovani che controllano i vecchi, che tengono le fila: i giovani insomma sono visti come portatori di ordine e gli viene accordata fiducia e responsabilta'. Ecco dunque perche' i giovani sono attivi e motivati: gli stipendi non saranno granche', pero' hanno la possibilita' di essere protagonisti, di contribuire ai destini della propria societa'.
Altra cosa che apprezzo enormemente qui e' l' attenzione sincera per cultura, arti e musica. Ovviamente cio' vale per una parte soltanto della societa': ci sono pure qui buzzurri clamorosi, e parecchi. Il bello e' che pero' i vari ambienti sono nettamente distinti tra loro, a differenza dell' italica "mucillagine", dove ormai non si capisce piu' chi ci e' e chi ci fa. Negli ambienti creativi e intellettuali, dicevo, si nota un meraviglioso approccio sincero e semplice, a differenza del presenzialismo o smania di protagonismo che trovavo in simili ambienti in Italia. Per dire: serata estiva, ritrovo in piazzetta all' aperto (tipo aperitivo), proiezione di cortometraggi di produzione scandinava, pieno cosi' di giovani, tutti ordinatamente seduti in silenzio e attentissimi, applausi alla fine di ogni corto, niente schiamazzi o strafottenza varia. No, non intelletuali seriosi: giovani ragazzi per di piu' di area "trendy". Evidentemente hanno ancora una soglia dell' attenzione un po' piu' ampia rispetto ai giovani drogatelli occidentali. E dire che anche qui ci giocano con la Playstation.
Sui miei amati jazz e funk: ho assistito a molti eventi di varia natura e portata. Anche li molti giovani e giovanissimi di tutti i tipi, sereni e preparati. Ricordo da teenager andare solo soletto o col babbo al Donizetti, per poi dover ripiegare sul Motion al sabato (li ero ancora piu' solo). Nel Nord Europa ho appurato che anche un ragazzino puo' divertirsi molto senza dover ascoltare rock o pop. "Le donne odiavano il jazz" (P. Conte): si, quelle italiane. Caz, son veramente nato nel posto sbagliato..
L' Opera House mette in scena vari spettacoli ogni settimana e occorre prenotare con grande anticipo poiche' e' sempre tutto esaurito. Scenografie scarne, pochi orpelli, ma orchestra pazzesca e attori, ballerini e cantanti preparatissimi. La partecipazione e sensibilita' del pubblico e' straordinaria, sebbene quest' ultimo sia sempre composto e mai sbracato.
A proposito di bellezza, beh, e' ovvio che la bellezza delle donne lituane e' un altro elemento di punta dei "pro" sulla Lituania. La mia teoria e' che la natura qui ha selezionato le donne piu' belle per via del generale scarso interesse degli uomini locali nei confronti del sesso femminile. Cio' e' dovuto al sopra visto clima deprimente, oltre che all' abbondanza dell' offerta, che come noto riduce la domanda. Gli ometti finiscono dunque spesso per lasciarsi annebbiare dai fumi dell' alcol, e solo di fronte a veri e propri portenti della natura si risvegliano dal torpore e si ricordano dei piaceri di Eros.
Per finire, della cultura lituana amo le similitudini con quella scandinava (mia prediletta), quel senso della misura e del limite, del "piccolo e' bello", del calore di un focolare domestico come riparo da una natura severa, del rapporto ancestrale e pagano con questa natura, cose di cui tanto bisogno c'e' oggi in questo mondo mostruosamente "grande" e tracontante. Ma di questo diro' in un prossimo post.