Nel 2006 Baricco pubblico' su Repubblica un saggio a puntate intitolato "I Barbari", che mi entusiasmo' moltissimo. Ora l' autore torinese torna su quelle stesse tematiche in questo articolo per Wired: viene messo in luce un mutamento epocale che ha inziato ad emergere verso la fine del secolo scorso, e di cui Baricco ha colto i soprendenti aspetti positivi con notevole prontezza.
In breve: le tecnologie di oggi ci permettono un rapporto col sapere molto piu' efficiente e veloce, ma anche piu' superficiale. Tradizionalmente si e' sempre pensato che le Verita' stessero nascoste in profonde opere del sapere, accessibili solo ai pochi adepti dell' Intellighenzia, dopo un lungo percorso di studio e approfondimento.
Stiamo dunque sprofondando in un imbarbarimento generale? Niente affatto: questo nuovo accesso tecnologico alla conoscenza, semplice e diretto, sembra sia comunque in grado di creare una nuova consapevolezza, creatrice di attenzioni senza precedenti per la salute del pianeta, per la pace, per l' aiuto ai piu' deboli e cosi' via.
La nobile, elevata e profonda cultura della tradizione ha invece creato guerre mondiali, lager, e le peggiori devastazioni, in nome della superiorita' di determinate culture. Erano dunque davvero cosi' nobili, elevate e profonde?
Bravo Baricco, mi eri piaciuto all' epoca e questo ripassino ci voleva.
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