Visualizzazione post con etichetta Musiche. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Musiche. Mostra tutti i post

24 luglio, 2010

09 luglio, 2010

BILL HENSON

Bello notturno ed erotico. Proprio come la musica di Ben Frost (vedi post precedente), influenzata da questo fotografo australiano.

29 giugno, 2010

THEORY OF MACHINES

Nell' attesa di un' estate nordica, magia dall' Islanda.

10 maggio, 2010

MOVE D, IL MAESTRO

Move D - Heidelberg Gals (Ragazze di Heidelberg): non sono mai stato ad Heidelberg, ma a Nord si, e ritengo la seguente una trattazione molto accurata dell' argomento.




Anche in tema di amore moderno, mi pare che il signor Move D esplori il concetto con notevole competenza e capacita' di approfondimento.



Ma come fa?

26 agosto, 2009

SATTA OUTSIDE

C'era una volta un Festival in Lituania...

15 luglio, 2009

MADONNA @ SAN SIRO


di Simone G.

“Nonfogghettapposte! Nonfogghettapposte!”. Non mi è subito chiaro quello che un partenopeo sudato sta gridando mentre brandisce recenti gadget della divina. Don't forget the poster. Solo due euro aggiunge. Lo show " dolce e appiccicoso", uno degli eventi più attesi dell'anno, è appena finito e la massa di fedeli si allontana dallo stadio, incanalata tra carovane di venditori ambulanti di porchetta. Ma facciamo un passo indietro.
Alle sette di sera circa di un martedì di luglio. Non avevo previsto la partecipazione alla colossale baracconata di cui riporto le mie impressioni a caldo. E’ capitato all’ultimo minuto, per gentile concessione di un amico, di ritrovarmi fra le mani un biglietto per la data milanese del “Sticky & Sweet “ tour di Madonna. Ed eccomi qui a raccontare. Da una posizione privilegiata, sotto la luce grigia del classico, afoso tramonto meneghino, vedo cappelli da cow boy bianchi e occhiali “aviator”, ma soprattutto occhiali da sole dalla montatura bianca e le lenti a forma di cuore. Quelli che ad un certo punto della serata Lei indosserà con classe e grinta. Ho scoperto con mia grande sorpresa, che ci sono alcune persone che cercano di imitarne delle altre (si chiama emulazione, è un’abitudine piuttosto diffusa, né è vittima il conformista e, dicon gli psicologi, chi ha scarsa autostima).
Distribuite tra la platea e gli spalti una distesa di mamme con le figlie, le quali con disinvoltura portano magliette raffiguranti Madonna a gambe spalancate. Non mancano nemmeno le figlie di qualcun altro con i rispettivi papi, mescolate a gay e lesbiche di ogni età di cui i primi quasi sempre più riconoscibili, eppoi nouveaux riches della libera professione tra cui certamente un congruo numero di parrucchiere affermate, oltre a famigliole da vari angoli della penisola, giovani e meno giovani allegri e colorati. Insomma, un panorama che molto difficilmente incontrerebbe l’approvazione di nessun ayatollah. Gli astanti vicino alla tribuna vip non guardano il palco ma in direzione opposta, cercando di intravedere un vip da fotografare. E sospetto che la maggior parte della gente che trovo qui è la stessa massa di telespettatori che, se proprio non si presenta per le selezioni del grande fratello catodico, almeno lo guarda con certa regolarità. Ma questa è soltanto una tentazione bacchettona.

Quasi un imperativo i colori bianco e rosa, anche per lo zucchero filato in vendita durante lo spettacolo. Stivali di cuoio con minigonna e canottiere. Silicone sottocutaneo qua e là, con una concentrazione per metro quadrato superiore alla media nazionale. La giovane bionda cinquantenne mia vicina di posto sfodera un cellulare brillantinato (con una colla speciale, spiega) mentre la sua giovane bionda cinquantenne amica le dice: “sai, all’ultimo concerto dove sono stata, a Miami, ero seduta accanto a Cameron Diaz e le ho detto are you Cameron Diaz e lei mi ha risposto yes I am…”. Beh, t’è andata male questa volta, bella. Non vedo nessuna Cameron Diaz, ma se ti interessa là sotto ho adocchiato Alba Parietti. Fa lo stesso? Le due vamp, tra l’altro, scorgono la copertina del mio biglietto invito notando la scritta “private banking”. Intuendo erroneamente uno status di privilegiato, è come se avessero appena scoperto un grosso fallo, con quella malizia più che stupore, con cui lo guarda chi ne ha già visti di quelle dimensioni.
Ma parliamo di musica e del suo contorno, basta aperitivi.


Dopo l’apertura del buon Oakenfold, dj e remixer mondiale qui con delega da supporter (il quale ha riscosso l'apprezzamento del pubblico), i tempi sembrano ormai maturi per l'ingresso della diva. Lo lasciano intendere i fischi in aumento per intensità e frequenza, sinonimo di impazienza, e le ola continue, espressione di noia accumulata. L’inizio è ovviamente un’esplosione di suoni e luci all’altezza del personaggio. Un magma delirante la combinazione di decibel con le gigantesche M come Madonna stampate sul muro di casse dell’impianto acustico, la pedana che si protende davanti al palco fino al centro della platea, terminando in una specie di eliporto sul quale cala, in più occasioni, un lampadario enorme con funzioni ora di sipario, ora di schermo circolare per le proiezioni. E’ qui sotto che avviene la festa vera, dal ring di pugilato che emerge con tanto di combattenti, al pianoforte a coda sul quale la star è adagiata avvolta da un saio monacale, fino al concerto nel concerto, quasi per intimi, di un gruppo di gitani veri mentre scorrono video e riprese satellitari di India e Romania. Mentre Madonna applaude come un pappone sdraiata su cuscini finemente decorati. In uno dei primi brani, non chiedetemi il titolo, le immagini sui megaschermi vedono l’amica Britney Spears protagonista, presa dalla pazzia in un ascensore fermo. E’ un circo a cui mancano solo i nani sulle biciclette. Poi, all’improvviso, mi accorgo che non avevo minimamente considerato la presenza di musicisti sul palco. Vanno e vengono su pedane mobili ma ci sono! Ed io che fino ad oggi avevo assistito solo a concerti rock e jazz. Chissà dove avevo pensato di andare stasera? Di certo, sono ad un festival multietnico del tutto normale nel mondo dello spettacolo: ballerini thai dai lunghi rasta biondi, strumentisti afro in abito da sera, molto-più-che-seminude bianchissime danzatrici sadomaso dai capelli neri a caschetto e, finalmente, il bacio saffico di Madonna, che tutti ormai si devono aspettare, prontamente stampato sulla bocca di una figurante con velo da sposa.


Non vorrei, ma devo tornare a commentare ciò che accade attorno a me, nel breve raggio. L’altra mia vicina di posto, giovane trentenne verso gli anta (ehi, siamo tutti giovani qui e ci divertiamo!), si agita con passione inusitata. E' decisamente una fan scatenata. Nonostante le sia stato assegnato un posto a sedere, il suo sedere è tra le cose meno a posto di questo storico evento. In piedi, accompagna i balli del suo idolo replicandoli fedelmente (vogue…strike a pose), cantando i testi e, scaldandosi come un’indemoniata, solleva lentamente la sua maglietta di spugna fucsia trascinando le mani lungo i fianchi, fino ad afferrarsi il seno e lasciare intravedere quella pista di atterraggio il cui centro ideale è l’ombelico . Mentre ondeggia con sensualità esibita, la distanza tra il suo fondoschiena e le labbra gonfie aumenta progressivamente, come se fosse impegnata una mossa di danza hip-hop o in un passo di aerobica estrema. Non essendo lei Beyoncé, ahimè, il risultato è piuttosto comico. Una poltroncina più in là, quello che presumibilmente è il suo fidanzato si muove impacciato, abbozza un sorriso ma almeno all'apparenza resta indifferente.

I brani iniziano spesso con la cantante quasi sdraiata mentre si muove inquieta a braccia spalancate e gambe conserte, come se si stesse divincolando per uscire da un uovo o emergesse dalla nuda terra, un essere primordiale agli albori della civiltà che rinasce da se stessa al volgere di ogni nuova moda. Gli arrangiamenti di tutto il suo repertorio sono declinati esclusivamente secondo il gusto degli ultimi album, diciamo non più in là degli ultimi dieci anni, con un inevitabile accento su ritmiche tecno sostenute, elettronica al passo con i tempi, riadattamento dei vecchi pezzi opportunamente smontati e ricostruiti all’interno di nuove architetture sonore. Si avvinghia al palo della lap dance, salta la corda da sola o in compagnia, ma la cosa che Madonna ama fare di più è suonare la sua chitarra elettrica nera, una Gibson LesPaul mutuata dal hard rock, forse avvicinata a generi più soft da Lenny Kravitz. Ne afferra il manico come Giovanna d’Arco la spada. La tiene ad altezza pubica e percuote le corde con vigore ottenendone accordi di forte impatto. Specie se coperti dalla sovrapposizione di tutti gli altri musicisti all'unisono! Dice di amare l’Italia e aggiunge, ”grazie a Dio mio padre è italiano”. Probabilmente non lo ringraziava trent'anni fa, quando essere figlia di un immigrato del sud Europa in un America controllata da wasp e lobby ebraiche, finiva forse per alimentare il senso di rivalsa verso la società di una ragazza ambiziosa, determinata e intelligente. Dice anche di avere mal di gola e raffreddore, ma gli effetti e le diavolerie tecnologiche a sua disposizione mascherano quasi sempre ogni imperfezione, correggono le sbavature, grazie a chorus, harmonizer e quant’altro.

I cambi d’abito e di scenario non sono sempre repentini e vengono intervallati da veri e propri videoclip che sostituiscono del tutto la performance dal vivo in alcuni casi, giusto perché la regina planetaria di tutte le giovani bionde cinquantenni possa riposare qualche minuto o cambiarsi con più calma. E poi ritorna sul palco con più energia di prima, pronta a continuare questa celebrazione dell'universo femminile attraverso se stessa, fino all’epilogo della solenne messa cantata del pop, ai saluti finali mai fatti di persona e lasciati senza bis ad un cubitale GAME OVER fisso sugli schermi.

S.G.

27 maggio, 2009

BAR SARTEA

Martedi sera bella boccata d' ossigeno musicale al bar Sartea di Vicenza. Dopo il ritorno in Italia, avevo messo un po' in stand by certe mie pulsioni musicali, conoscendo bene la scarsita' della scena nu-jazz/minimal/electro/funk/break dello stivale. Il resident Dj Dax ha invece suonato benissimo, proponendo vibrazioni che di solito si incontrano solo oltre confine, in direzione Mittel/Nordeuropa.



Si e' iniziato con del nu-funk/soul freschissimo appena spruzzato di elettronica, passando ad house jazzosa molto interessante, per poi chiudere belli "deep " con ipnotici suoni minimal/dub rigorosamente funkeggianti. Notevole l' impatto del locale: si trova in una dimora liberty fiocamente illuminata in magiche tonalita' rubino, con sontuoso ed elegante bancone d' epoca e giardinetto intimo immerso nel verde. Pubblico sereno e non fighetto, prezzi popolari. Da notare che da qui sono passati e continueranno a passare nomi notevoli del panorama internazionale (tra cui, ultimamente, Move D).

Davvero ottima serata per un martedi, peccato l' ora e mezza di macchina.

24 aprile, 2009

GONZALO RUBALCABA TRIO @ BERGAMO JAZZ

Non avevo in programma di recensire Bergamo Jazz, ma la grande emozione per il concerto di Gonzalo Rubalcaba mi ha trascinato a forza a scrivere qui sul blog. Livello stratosferico per questo trio, che ha messo in luce una potente quanto raffinata capacita' nello scavare in profondita' i grooves piu' svariati: ritmi ovviamente cubani, oppure tipicamente jazz, a tratti addirittura drum'n'bass. Quasi come produttori di musica elettronica che tagliano campioni percussivi e li ricompongono in mille modi, le tre star cubane partono spesso da riff ritmici cupi e pregnanti per poi svilupparli in svariate direzioni, spezzandoli e torturandoli mirabilmente fino a spremerne l' essenza quasi funk. Rubalcaba non si perde troppo in fuochi di artificio caraibici, anzi risulta spesso minimal nella sua capacita' di gestire i pur complessi ed irrestibili grooves tessuti dalla straordinaria sezione ritmica, scovandone l' essenza per poi ampliarne i confini con genialita' e "tiro" inverosimili.

Mi hanno tenuto in apnea per un' ora. Memorabile.


Nel primo tempo Trovesi, accompagnato da un' orchestrona classica, propone sonorita' fresche ed ironiche, nella sua rodata fusione di tradizione europea, arie italiane, suoni balcanici e jazz. Elegantemente preciso ed equilibratamente poetico come di consueto.

Pagelle (da 0 a 10): Trovesi 7+, Rubalcaba trio 11

22 aprile, 2009

DARWIN BUT THE GIRL

Non e' la specie piu' intelligente a sopravvivere e nemmeno quella piu' forte. E' quella piu' predisposta ai cambiamenti. (Charles Darwin)

O per dirla con gli Everything but the girl: "Adapt or die - Ten years of remixes" (titolo di una loro compilation che consiglio). L' eclettico e talentuosissimo duo londinese ha davvero dimostrato negli anni una capacita' di cambiamento impressionante. E a volte sospetta, per uno come me che non e' mai stato un facile "adattatore": in certi casi la band inglese e' giunta a compromessi difficili da digerire. Comunque la capacita' di cambiamento si puo' anche apprendere, con un po' di sforzo.

09 febbraio, 2009

PINO SCOTTO

Come qualcuno gia' sapra', ho vissuto per sette anni senza tv; di recente invece sbircio talvolta Sky a casa dei miei genitori. Volevo cosi' segnalare la trasmissione "Database" su Rock TV (canale 718), presentata da Pino Scotto: ex leader dei Vanadium, storica band di rock italiano, da qualche anno appare in veste di Vj opinionista. Di quest' uomo colpisce lo stridore tra forma e contenuto: e' un sessantenne che si veste e si esprime con uno slang da sedicenne, ma dai contenuti apprezzabilissimi (e supportati da scelte di vita molto coerenti). Convengo con lui molto spesso, anche relativamente a temi extra-musicali.

In realta' ho scoperto da tempo Pino su Youtube, dove potete trovare moltissime tra le sue "uscite" piu' esilaranti. Non ho mai ascoltato rock, ma questa e' musica per le mie orecchie... vai Jack!



20 gennaio, 2009

PARTENZA SOULFUL


..certo che un Paese che mette Aretha Franklin a cantare nella cerimonia di investitura del Capo di Stato... merita!


Dai Obama, tira fuori anima e coglioni e cerca di fare il miracolo (o almeno di evitare la catastrofe).

15 gennaio, 2009

BLACK IS

Il (finto) basso dietro la testa, il falsetto, le scarpette fuori luogo.. atmosfera downbeat per palati fini. E' l' apertura del concerto di Moodymann al North Sea Jazz Festival.

14 gennaio, 2009

BELLA E BRAVA



Amo molto Beady Belle per vari motivi, tra cui:

1. e' una cantante
2. incide sull' etichetta di Bugge Wesseltoft
3. e' scandinava

Qui una sua canzone proprio "Bella".


Bella - Beady Belle

Ecco il testo (che mi ritrovo a cantare a squarciagola): Bella, dopo mille peripezie - chissa' in fondo a quali inferi e' andata a cacciarsi - e' diventata anche brava. Ora la novella Ulisse del Nord e' rinata, forte e freschissima. E si sente lontano un miglio.

Per chi vuol ricominciare, e sa che si puo' rinascere.


When bella came home she wasn't recognized
She must have changed a lot she realized
She feels new
She feels strong
She feels young
She can do
What she wants
'Cause her past
Has disappeared

Her life is an open book
With no demands
Bella is grateful for the
Golden chance

To rub off her mistakes
And regrets
From tonight
She'll break loose
From restraints
By starting over

Bella
Bella's at the point of zero
Starting from the outset tonight
Bella struttin' like a hero
Celebrating that she's leaving tonight

Tonight
Tonight

It's like a fairy tale
A time machine
Bella forgets who she has ever been

She's reborn
She's rebuilt and refilled
She is torn
From her past
And tonight
Is her renaissance

Bella
Bella's at the point of zero
Starting from the outset tonight
Bella struttin' like a hero
Celebrating that she's leaving

Bella
Bella's at the point of zero
Starting from the outset tonight
Bella struttin' like a hero
Celebrating that she's leaving tonight

From tonight she can be anyone
But will never take the part of bella
She has no history anymore
She has no present
There is no future behind the door
There is no substance

Bella
Bella's at the point of zero
Starting from the outset tonight
Bella struttin' like a hero
Celebrating that she's leaving tonight

27 dicembre, 2008

STRANE COINCIDENZE

Unforscene, gruppo inglese che me gusta mucho. Li ho sempre seguiti per il suono funky ed al contempo etereo e cristallino: pretty cool questi ragazzi di Bristol. Come mio solito, non ascolto granche' i testi, men che meno in questi generi elettronici..

In questi giorni stavo riascoltando gli album Pacif Heights (2001) e The Sulston Connection (2000), e prestando per puro caso attenzione ad alcune parti vocali mi sono enormemente sorpreso nel coglierne gli espliciti riferimenti a singolarita' tecnologica, manipolazione genetica, radical life extension e tematiche annesse. Amo assai sia la musica elettronica funkeggiante sia il tema della singolarita’, ma non avrei mai immaginato che qualcuno la' fuori si azzardasse gia' (nel 2000!) a connettere i due ambiti. Unforeseen (imprevisto).

E come al solito: in UK sono avanti 7/8 anni. Mi succede da anni di constatarlo ripetutamente, in svariati ambiti.


The Driver - Unforscene

22 novembre, 2008

MARC CARY, PIANO ORGASM

Ci sono cose nella vita che si avvicinano all' orgasmo. Eccone una:

La nina e la pinta - Marc Cary sul kick

Poi si dice che e' un mondo difficile. Pero' ci sono certe perle in giro che smuovono le montagne. Questo splendido solo di piano rimane su livelli di stratosferica tensione per lunghi interminabili minuti, mentre il basso nero, cupo, scuro non molla mai l' osso, in apnea. Cassa in 4, tutto il resto off beat. Un killer.

17 agosto, 2008

LUCE SERALE DEL NORD

Mi piace il Nord Europa perche' c'e' meno baccano, i giovani sono piu' tranquilli e serafici. Di sera, l' estate, c'e' una luce magica. Se poi ti rechi in uno degli innumerevoli laghetti e aggiungi la quiete delle distese d' acqua dolce, appena increspate dalla brezza, in mezzo ad una natura incontaminata, ti avvicini molto all' ideale di pace e tranquillita'. Nel video una serata infrasettimanale in un bar all' aperto, col dj giusto. Son gia' le dieci e trenta passate (fine luglio).

09 agosto, 2008

GROOVE, MY DEAR - LANCIO UFFICIALE


Squilli di trombe e rulli di tamburi.. Lo Zio Ce oggi e' in vena di musica, e lancia ufficialmente il suo primo brano, "Groove, My Dear", completato dopo lunga gestazione ed innumerevoli abbandoni.
Strumenti utilizzati: sequencer Cubase, tastiera Casio, vari virtual instruments. Mancano mix e mastering finale, per cui il suono e' ancora tutto sporco.

Groove, My Dear - Uncle Ce

Adesso sono alle prese con un pezzo deep house, che pero' e' diventato un po' troppo deep e ho perso il filo! Anche nella composizione musicale vale il motto tennistico (e non solo) del "fare le cose facili" (che funzionano). Ma non e' facile capire quali sono le cose facili che funzionano. Occorre esperienza, dal latino "esperire": provare, sperimentare. Bisognava dar retta agli empiristi inglesi..

PISELLO PAZZO E BACI SAFFICI



Crazy Penis: band che mi piace parecchio, ovviamente inglesi. Me li ricordo un decennio fa quando erano un duo prettamente elettronico. Ora hanno fatto carriera e guarda li' che bella band han tirato su! Splendidi grooves irresistibilmente funky, virate dance, suoni eterei e sognanti e un tocco finale leggermente pop. Se avessi fatto il musico, mio vero antico sogno proibito, questo e' proprio il tipo di band che avrei voluto mettere in piedi.

..e come al solito perdo la testa per la cantante di turno! ;) Questa Danielle Moore e' proprio la tipica personaggia di Manchester, dal piglio insuperabile. Mi ricorda molto Sasha, che conobbi a Brighton, pure lei di Manchester, detta "Tiger" non a caso. Era una tipa fenomenale, grossa cilindrata, forza della natura, molto sportiva diciamo cosi'. Un aneddoto: all' epoca a Brighton il lesbo tease (sostanzialmente due ragazze che si baciano per attirare l' attenzione dei maschi addormentati) impazzava gia' e Sasha ne era una grande interprete. Ma poi diceva, a meta' tra l' incazzato e il sorridente: "gli uomini sono dei poveri coglioni per scaldarsi tanto di fronte ad un bacio totalmente fasullo. Non vedete che vi stiamo prendendo per il culo!?". E brava Tiger!



ps: ho visto su YouTube il bacio Ambra Angiolini/Daria Bignardi: scarsissime, tipica scopiazzatura molle e sbiadita all' italiana.

22 giugno, 2008

LA MAGICA NOTTE DI JONINES

Il 21 giugno a Vilnius si festeggia San Jonines e la citta' e' in gran festa nella serata del solstizio d' estate. Le strade della citta' si riempiono di sciami di persone in una notte di musica e poesia: musei, gallerie, chiese, universita' aprono gratuitamente le loro porte per tutta la notte, a completa disposizione di visitatori e curiosi. E' una festa di lontanissime origini pagane, e cosi' nei boschi vengono celebrati arcaici rituali tra enormi falo': affollate processioni tra i bui sentieri della foresta tra piccoli lumi, alla vana ricerca di leggendari funghi dai poteri magici, mentre giovani ragazze, giu' al fiume, sospingono sull' acqua propiziatorie candele galleggianti al fine di trovare un giorno un buon marito, col meraviglioso risultato del fiume scintillante nella notte.

Quest' anno ho optato per festeggiare il giorno piu' lungo dell' anno in citta', avendo gia' assistito in passato alle pagane celebrazioni folk nella foresta lungo il fiume. Grazie alla mio fido cellulare, ho pensato di immortalare qualche scampolo della nottata, ma ahime' la fotocamera del mio Nokia rende malissimo in assenza di buona illuminazione e cosi il reportage lascia assai a desiderare. Comunque:


Cavalieri, Diavoli, Re e Regine per le vie del centro storico.


In una sala del Lietuvos Dailes Muziejus, ed e' gia' notte, concerto a quattro mani, mentre dalla balconata si osservano persone intente a far composizioni di candele nell' atrio sottostante. Anche altre sale del museo sono ancora aperte al pubblico, e frequentatissime.











E dopo la musica, spazio alla poesia con la fine dicitrice:









Ed ecco cosa accade nella chiesa di San Bernardino a mezzanotte circa....
Christian rock? I Frati Francescani che gestiscono questa chiesa sono fenomenali. La band del seguente video suona proprio rock verace ed accattivante, col cantante che pare un Axl Rose dei Guns N 'Roses, e pure piu' bellino: il tutto sotto Cristo in croce, che rassicura dall' alto. Assistendo a eventi di questo tipo mi vien da pensare alla previsione del calendario Maya secondo cui il 2012 sara' l' anno di una grande trasformazione spirituale per l' umanita'. Dai che quasi ci siamo!



Il clou della serata e' arrivato poco dopo a sorpresa, a notte ormai inoltrata. La chiesa di San Bernardino era liberamente visitabile in ogni sua parte e cosi abbiamo risalito l' antica e ripidissima scala a chiocciola che porta ai piani alti della chiesa. Uno spettacolo prodigioso si e' parato davanti ai nostri occhi: Vilnius e le luci della sua notte vista attraverso le guglie gotiche della meravigliosa adiacente chiesa di Sant' Anna (che Napoleone, quando passo' da queste parti, disse di voler portare a Parigi per via della sua bellezza). Uno scorcio, attraverso gli sghimbesci oblo' sul tetto, che potrebbe davvero stare a pieno titolo in un film di Harry Potter. Magia pura.






























Ancora piu' su... Passando attraverso una fessura nel muro in via di ristrutturazione e con un minimo di arrampicata, eccoci in una torretta sopra al tetto! La vista attraverso le piccole fessure/finestre medioevali e' veramente fiabesca. Per questa occasione soltanto: evviva la turre eburnea!

Tappa successiva all' Accademia d' Arte poco distante. Ancora un po' di magia in questa installazione all' ingresso dell' Accademia.




Nell' aula magna film d' animazione lituani assai notturni ed onirici..




E nel cortile musica trance per le tribu' metropolitane.


Anche le aule sono aperte ai visitatori tutta la notte. Non si finisce mai d' imparare.

















Tra i vari lavori, mi ha incuriosito questo (nella foto sotto), per via della mio recente interessamento ai temi dell' Artificial Intelligence, nanotecnologie molecolari e singolarita' tecnologica. Anche gli artisti "sentono" che l' homo sapiens si sta evolvendo in qualcosa di nuovo ed ancora sconosciuto.















Ed ecco l' artista, che si dice entusiasta all' idea di diventare un cyborg.















La lunga notte e' finita sulle note nu-jazz di un Dj giapponese che ha suonato al Cafe' de Paris (in stile molto Dimitri from Paris), mentre in Vokeciu Gatve continuava il brulichio di gente che portava il suo tributo all' appena sopraggiunta Estate. Che bella festa per tutti, piu' di cosi' non si poteva davvero chiedere.