Non avevo in programma di recensire Bergamo Jazz, ma la grande emozione per il concerto di Gonzalo Rubalcaba mi ha trascinato a forza a scrivere qui sul blog. Livello stratosferico per questo trio, che ha messo in luce una potente quanto raffinata capacita' nello scavare in profondita' i grooves piu' svariati: ritmi ovviamente cubani, oppure tipicamente jazz, a tratti addirittura drum'n'bass. Quasi come produttori di musica elettronica che tagliano campioni percussivi e li ricompongono in mille modi, le tre star cubane partono spesso da riff ritmici cupi e pregnanti per poi svilupparli in svariate direzioni, spezzandoli e torturandoli mirabilmente fino a spremerne l' essenza quasi funk. Rubalcaba non si perde troppo in fuochi di artificio caraibici, anzi risulta spesso minimal nella sua capacita' di gestire i pur complessi ed irrestibili grooves tessuti dalla straordinaria sezione ritmica, scovandone l' essenza per poi ampliarne i confini con genialita' e "tiro" inverosimili.
Mi hanno tenuto in apnea per un' ora. Memorabile.
Nel primo tempo Trovesi, accompagnato da un' orchestrona classica, propone sonorita' fresche ed ironiche, nella sua rodata fusione di tradizione europea, arie italiane, suoni balcanici e jazz. Elegantemente preciso ed equilibratamente poetico come di consueto.
Pagelle (da 0 a 10): Trovesi 7+, Rubalcaba trio 11
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