
Posso dunque confermare in prima persona: in pochi ci si organizza meglio. Non c'e dubbio che in questi Paesi c'e piu' ordine su tutti i fronti. Cio' accade per ovvi motivi "logistici" (una casa piccola si rassetta piu' velocemente), ma a mio modo di vedere dipende enormemente anche dall' aspetto culturale. Le popolazioni suddette sono culturalmente molto omogenee al loro interno. Queste genti hanno davvero in comune un passato uniforme. Dunque oggi ci sono si' una destra e una sinistra, ma la distanza tra i due poli non e' cosi marcata, e cosi' le decisioni in parlamento e altrove vengono prese con maggiore velocita' e senza infinite diatribe e lungaggini. I valori di fondo in cui credono sono simili, cosi come la vision sul futuro del proprio Paese. L' attaccamento alla bandiera nazionale e' pure forte, poiche' appunto i cittadini si riconoscono in quella bandiera, per la quale sono disposti a fare sacrifici: non solo nel privato dunque (lavora, lavora per metter fieno in cascina), ma appunto nel pubblico (diamoci da fare, il Paese ne trarra' beneficio, dunque anch'io personalmente). I Lituani sono fierissimi della propria storia, che e' davvero la storia delle loro famiglie, dei loro antenati, la possono quasi toccare con mano nel proprio albero genealogico. Ed hanno un fortissimo desiderio di riscatto nazionale: "la Lituania", sostengono entusiasti e speranzosi, "deve tornare a vivere e pulsare con forza".
Gli scandinavi, che passano per (e sono) tranquilloni pacifisti, hanno pero' nei secoli passati deciso bene di dividersi in 4 Stati, ognuno dei quali appunto popolato da pochi milioni di persone. Perche' noi abitanti della penisola, con storie e passati diversissimi, dobbiamo stare forzatamente uniti quando tale unita' e' stata creata artificialmente nemmeno 150 anni fa? I confini di Inghilterra e Francia sono tali da moltissimi secoli, loro hanno in effetti una storia comune. Ma noi dobbiamo andare a ripescare l' impero romano per trovare della affinita': quasi 2000 anni sono passati! 2000.. E la lingua in comune? In Irlanda si parla l' inglese. In Belgio il francese (e il vallone..). In Svizzera tre lingue. In Austria il tedesco. Senza contare che in diverse discipline sportive il Regno Unito si presenta ai campionati del mondo con quattro nazionali ben distinte (Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda del Nord): le differenze storico-culturali sono fortemente sentite e ufficialmente protette. Perche' dunque un solo Stato di lingua italiana, nonostante i trascorsi diversissimi?
Il mio non vuol essere un chiuso ed egoista indipendentismo "padano". Penso di essere sempre stato uno dei piu' ferventi sostenitori della UE e della cooperazione pacifica internazionale. Il mio discorso non e' egoistico, ma vale per un sano sviluppo di ciascuna macroregione della penisola (idealmente ne vedrei tre o quattro: nord, centro-nord/centro-sud e sud), non solo della mia. Sono convinto che nel lungo periodo a tutti gioverebbe un' autonomia: in Toscana ed Emilia hanno una forte tradizione rossa? Benissimo, lasciati a se' stessi avranno una coerenza di lungo periodo che giovera' loro. Al Sud non saprei che dire: anche li forse una volta tagliati i viveri provenienti da Nord si darebbero internamente una smossa. Oppure le mafie dominerebbero ancor piu': anche quello e' un sistema con una coerenza interna, e se alla maggioranza della popolazione locale sta bene cosi'...; cosa che dubito fortemente - credo i tempi siano cambiati e si verificherebbe forse una reazione importante. Beh, ok, lo ammetto: la questione Sud e' un bel casino!

Per via dei miei interessi artistici e grazie ad alcune conoscenze ho avuto modo di conoscere piuttosto bene alcuni cantanti, artisti, musicisti, e personalita' di spicco della Lituania. Mi ha colpito l' atteggiamento semplice e coi piedi per terra di questi personaggi: certo non saranno del calibro di certe star internazionali (ma alcuni sono comunque di livello tecnico altissimo), ma facendo le debite proporzioni questi non se la tirano neanche la meta' della meta' della meta' di alcuni dei loro colleghi stranieri. Ne' la gente li considera inarrivabili o intoccabili, ma anzi li approccia spesso con un affetto quasi familiare. Proprio come accade con le stelle del basket, sport nazionale in cui i Lituani eccellono: quando i giocatori ritornano in patria dopo gare internazionali, vengono accolti al piccolo aeroporto con semplice e gioiosa festa, senza esasperazioni, isterismi o montature. Insomma in ambienti piccoli non si generano sciocche mitizzazioni (che sono appunto balle ed artifici mediatici), e cio' aiuta a mantenere uno sguardo equilibrato sulle cose della vita.
Basta pensare all' America per vedere quello che, al contrario, accade nei Paesi di grandi dimensioni: i loro rappresentati piu' noti, spesso anche quelli validi, vengono volenti o nolenti trasformati dal sistema in mostruose caricature. Pur se popolosi, politicamente gli Stati Uniti sono invece compatti, essendo un giovane popolo di immigrati, ma cio' rappresenta un' eccezione a quanto visto sopra. Ma in generale va detto che gli USA sono sempre stati campioni nella ricerca del grandioso e superficiale, dello smodato ed eccessivo. Di cio' hanno fatto un paradigma su cui basare la spinta al proprio sistema di consumi: comprati il rimmel che usa Angelina Jolie, e parteciperai anche tu un po' al brivido del successo! Ma osservando la loro societa' non viene da invidiarli (sebbene alcuni aspetti del loro entusiasmo siano davvero encomiabili): loro stessi se ne stanno rendendo conto ed oggi negli States e' tornata di moda la cara vecchia (piccola) Europa.
Vivere in un Paese piccolo in definitiva aiuta dunque i suoi cittadini a mantenere una dimensione a misura d' uomo. Cio' e' buona cosa, poiche' come dicevano i filosofi presocratici: "nulla di troppo". E chi trasgrediva questa massima veniva indicato come sicura vittima dell' ira degli Dei: meglio lasciarli in pace, gli Dei dell' Olimpo, perche' se si infuriano son dolori.