01 marzo, 2008

BASTA SHOPPING, TORNIAMO A VIVERE!

Dal Guardian: http://www.guardian.co.uk/business/2008/jan/13/retail.creditcrunch

Inghilterra: uno dei piu' floridi Paesi europei, con un' economia in straordinaria crescita da 15 anni. Ma questo articolo del Guardian indica una contrazione dello shopping selvaggio tanto caro ai consumatori inglesi. Ovvi i motivi: generale sofferenza dell' economia, sfiducia nell' abusato e pericoloso ricorso al credito, timori di un brusco calo del valore degli immobili, ecc.

Ma i motivi sono anche di natura culturale e psicologica, come si evince dal bel commento del professor Cooper della Lancaster University. Spiega che la gente continua a lavorare sempre piu' in una spirale vorticosa, che sottrae tempo agli aspetti piacevoli della vita, e la mania dello shopping e' dovuta ad un tentativo di ricompensa psicologica: lavoro come un matto, guadagno di piu' (nel Regno Unito..), ma poi il sabato mi compro il maglionicino nuovo o il gadget tecno per premiarmi, per comprarmi un po' di felicita' (perduta durante la settimana lavorativa).

A quanto pare gli evoluti inglesi stanno capendo che il giochino non funziona: sempre piu' lavoro, sempre piu' denaro, sempre piu' acquisti, ma la felicita' non si vede neanche col binocolo. Il professor Cooper suggerisce quindi che sta per verificarsi una rivoluzione nel rapporto lavoro/tempo libero: la gente chiedera' piu' tempo libero per dedicarsi a relazioni e svariate attivita', da cui ottenere vero appagamento. Credo non sia una fantasia: il mercato si adatta alle continue esigenze dei consumatori, e non viceversa. Dunque se davvero la gente smettera' di acquistare in modo bulimico, molti business soffriranno, e si iniziera' ad offrire altro. Ed il sistema si assestera' ritoccando il suddetto rapporto lavoro/tempo libero.

Cio' e' sostenuto anche da Jeremy Rifkin in "La fine del lavoro", secondo cui e' inevitabile che in futuro lavoreremo meno della meta' e avremo molto piu' tempo libero a disposizione (grazie alla tecnologia). Anche in questo caso la globalizzazione ci ha fatto fare un bel passo indietro (addio alle 30 ore settimanali stile Wolkswagen): ma il principio di fondo rimane, e le nuove tendenze anglosassoni lasciano ben sperare.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

mmm io di speranze ne ho poche..difficilmente conosco gente che lavora meno di 10 ore..me incluso.ferquentando un ambiente di una ossessiva fenesia mista a ostentatezza(ovvero il mercato finanziario)non posso che essere d'accordo con questi studi.per fortuna sono riuscito a non massificarmi nel microcosmo in cui mi sono ritrovato..preferisco ancora una partita a calcio o un weekend con gli amici al pranzo di lavoro con qualche industriale o al cellulare d&g da 600 euro,prefeisco parlare di donne che del blocco dei tassi europei almeno il sabto sera..forse non sono integrato nel mondo in giacca e cravatta..o forse sono rimasto ancora sano di mente..
El Tano

Cesare ha detto...

sicuramente sano di mente. fai cosi, prendi i soldini del mercato finanziario, e poi spendili in ulteriori partite a pallone e bei viaggi nei weekend. d&g lasciamoli ai tristoni ottusi.