02 agosto, 2008

BUONE NUOVE DAL FRONTE ITALIANO

http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_31/nuovi_adolescenti_amore_lavoro_9d9da5b6-5ec1-11dd-89c2-00144f02aabc.shtml

Girando da tempo per l' Europa e frequentando giovani di ogni tipo ed estrazione, ho sempre notato che molti pattern sociologici arrivano in Italia con parecchio ritardo, spesso rallentati dall' imperante perbenismo di matrice ultra-cattolica oltre che dal mito dell' apparenza: gli anglosassoni definiscono "bella figura" questo fenomeno tutto italiano (cogliendone pero' piu' l' aspetto estetico e meno quello della conseguente ipocrisia e perbenismo annessi).

Nell' articolo di cui al link sopra riportato leggo che in questo recente sondaggio i nuovi adolescenti italiani mettono al primo posto dei propri desideri quello di diventare "se stessi", prima ancora dei classici "calciatore", "velina", ecc. (inoltre "amore" batte "soldi" a mani basse). Caspita che rivoluzione! La cosa mi pare non da poco. Mi sembra dunque di poter dire che le nuove generazioni italiane stiano migliorando, dopo anni di generazioni x, generazioni y e sconvolgimenti vari. Pare che i giovani stiano superando il brusco contraccolpo occorso invece ai loro predecessori, che hanno dovuto lottare e patire per passare dagli antichi valori della tradizione cattolica a quelli piu' moderni della globalizzazione. Voler affermare "se stessi" invece di seguire un modello predefinito mi sembra un grande segnale di tranquillita' interiore di questi ragazzi. Pare che queste nuove leve stiano trovando una maggiore equilibrio gia' in giovane eta', a paragone delle generazioni precedenti.

Ricordo che piu' di un decennio fa, parlando col buon amico Saimon, prevedemmo questo tipo di scenario: i giovani italiani si sarebbero via via adeguati ad una mentalita' piu' globale (che e' di stampo anglo-protestante, a mio avviso), diventando piu' liberi, sciolti e creativi. Capimmo pero' che nel frattempo ci conveniva stare all' estero (a contatto appunto con giovani liberi, sciolti e creativi gia' due lustri fa), poiche' ci sarebbero volute almeno altre due decadi per svecchiare la lapalissiana arretratezza della mentalita' dei giovani italiani dell' epoca. E proprio cosi facemmo, passando gran parte del nostro tempo in luoghi esteri a noi cari, vicini al nostro grado di evoluzione spiritual-culturale.

Il processo di cambiamento e' tuttora in atto, ma mi sembra che una parte del gap sia stata colmata. Adesso occorre aspettare un altro ventennio affinche' questi baldi giovini diventino adulti. A quel punto le distastrose generazioni anni '80 e quelle ancor piu' vecchie saranno ultra-sessantenni fuori dai giochi e forse a quel punto sara' davvero piacevole vivere in Italy. Peraltro gia' oggi ci sono alcune splendide eccezioni a quanto detto: a queste persone oggi ultraquarantenni va tutto il nostro affetto. E stima, per essere riusciti a mantenersi belli dentro, nonostante il mortifero ambiente che li ha circondati per lunghi anni.

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