19 luglio, 2008

TRANSPARENCY INTERNATIONAL: MENO CORRUZIONE, PIU' BENESSERE

Sara' un' ovvieta', o forse lo e' per me che seguo queste dinamiche da tempo: corruzione ed economia debole vanno a braccetto. Tranparency international e' una ONG che si occupa di monitorare il livello di corruzione nel mondo e fa le cose molto seriamente.

Ecco i risultati (top 20) del 2007. Il punteggio va da "0" a "10", dove "0" indica corruzione totale e "10" indica assenza di corruzione; "6" e' il punteggio target al fine di rientrare tra i Paesi considerati sufficientemente civili.

1 Denmark 9.4
1 Finland 9.4
1 New Zealand 9.4
4 Singapore 9.3
4 Sweden 9.3
6 Iceland 9.2
7 Netherlands 9.0
7 Switzerland 9.0
9 Canada 8.7
9 Norway 8.7
11 Australia 8.6
12 Luxembourg 8.4
12 United Kingdom 8.4
14 Hong Kong 8.3
15 Austria 8.1
16 Germany 7.8
17 Ireland 7.5
17 Japan 7.5
19 France 7.3
20 USA 7.2
41 Italy 5.2
56 Greece 4.6

Qui la classifica completa: http://www.transparency.org/policy_research/surveys_indices/cpi/2007

Analizzando la classifica emerge un dato evidente: i Paesi top 20 del ranking, quelli meno corrotti, sono anche quelli piu' ricchi (e come al solito l' amata Scandinavia eccelle). Perche'? Semplice, perche' in queste nazioni il meccanismo della competizione capitalistica non e' viziato dalla corruzione, dunque "vincono i migliori", che propongono prodotti e servizi vincenti e di conseguenza piu' competitivi sul mercato globale. Dove invece regna la corruzione, vincono gli "amici", le "amiche", ed i "parenti", che propongono prodotti e servizi non sottoposti in toto alla gara della concorrenza, e dunque meno competitivi sul mercato globale.

Come si nota l' Italia stenta (quarantunesima), penultima tra gli Stati UE15 (peggio soltanto la Grecia), con un punteggio insufficiente. Uno dira': mavala', qui da noi si e' sempre andati avanti cosi' e siamo tra i paesi piu' ricchi al mondo! In realta', finche' la nostra economia era prevalentemente intra-nazionale, cioe' fino a prima dell' avvento della globalizzazione, gli inciuci locali ci potevano stare: per esempio, se la Fiat produceva vecchie baracche pensando invece piu' alle connivenze politiche, gli italiani alla fine le compravano lo stesso, tra sussidi, sgravi e incentivi vari. Oggi se le Fiat non sono decenti, uno si compra una giapponese, prontamente disponibile a prezzi concorrenziali anche sul mercato italiano. Guardacaso Fiat e' dovuta correre ai ripari e darsi una bella regolata.

Il mercato dell' auto e' tra i piu' globalizzati per definizione, ma in molti altri settori il sistema Italia cerca di sopravvivere utilizzando il vecchio meccanismo degli inciuci e del nepotismo. Cosi facendo resta indietro sul mercato globale, perdendo in competitivita': e gli italiani si impoveriscono.

Morale: iniziamo a ridurre la corruzione e vedrete che si comincera', tutti, a stare meglio.

n.b.: l' Italia (5.2) e' assai piu' vicina al Burundi (2.5) che alla Danimarca (9.4). Aiuto!!!

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